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Pagine di storia brindisina

Non è questo un testo di storia, ma è solo una raccolta di alcunii episodi della storia di Brindisi, non tra di essi necessariamente collegati e qui rieditadi e riordinati in sequenza cronologica. Si tratta, infatti, di vari articoli già in precedenza da me pubblicati online, alcuni sulla pagina Brindisiweb.it e altri sul blog “Via da Brindisi” del quotidiano online Senza Colonne News, altri ancora su "il7 Magazine". Il distintivo, scelto per la copertina di questa raccolta, vuole essere un omaggio alla figura e alla memoria di un grande brindisino doc, Don Pasquale Camassa, generoso amante, nonché prolifico divulgatore, della storia della sua città.

Non è questo un testo di storia, ma è solo una raccolta di alcunii episodi della storia di Brindisi, non tra di essi necessariamente collegati e qui rieditadi e riordinati in sequenza cronologica. Si tratta, infatti, di vari articoli già in precedenza da me pubblicati online, alcuni sulla pagina Brindisiweb.it e altri sul blog “Via da Brindisi” del quotidiano online Senza Colonne News, altri ancora su "il7 Magazine".
Il distintivo, scelto per la copertina di questa raccolta, vuole essere un omaggio alla figura e alla memoria di un grande brindisino doc, Don Pasquale Camassa, generoso amante, nonché prolifico divulgatore, della storia della sua città.

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Mentre il settentrione d’Italia passò sotto l’influenza del sacro romano impero, sorto<br />

con l’incoronazione <strong>di</strong> Carlo Magno in San Pietro nel Natale dell’800, il meri<strong>di</strong>one<br />

ritornò sotto il controllo – anche se solo nominale – bizantino, tranne Benevento che<br />

rimase autonomamente longobarda assurgendo a principato, e tranne la Sicilia che<br />

nell'827 fu occupata dagli Arabi rendendo ancor più insicuri ed incerti tutti i domini<br />

bizantini nell'Italia meri<strong>di</strong>onale.<br />

Solo sul finire del secolo, nell'880, i Bizantini riconquistarono effettivamente varie<br />

città, tra cui Taranto e Brin<strong>di</strong>si, riuscendo inoltre a sottomettere i territori longobar<strong>di</strong><br />

che avevano separato in due il Ducato <strong>di</strong> Calabria, separato cioè l’antico Bruttium<br />

dall’antica Calabria.<br />

Finanche, il 18 ottobre 891 dopo un asse<strong>di</strong>o <strong>di</strong> due mesi, la stessa Benevento capitolò<br />

al generale bizantino Niceforo Foca. Quin<strong>di</strong>, si fondò il Thema <strong>di</strong> Langobar<strong>di</strong>a con<br />

capitale Bari, che affiancò il Thema <strong>di</strong> Calabria con capitale Reggio.<br />

Il Thema <strong>di</strong> Calabria però, non comprese l’antica Calabria romana, ossia l'o<strong>di</strong>erno<br />

Salento, che invece fu parte del nuovo Thema <strong>di</strong> Langobar<strong>di</strong>a. A quell’epoca quin<strong>di</strong>, la<br />

denominazione “Calabria”, già in precedenza estesa al Bruzio, aveva ormai finito con<br />

l’abbandonare del tutto il suo originale territorio salentino: la migrazione si era<br />

definitivamente consumata.<br />

Nel corso del ‘900, il Thema <strong>di</strong> Calabria e quello <strong>di</strong> Langobar<strong>di</strong>a furono integrati per<br />

formare il Catapanato d'Italia e durante tutto quel secolo X non cessarono le lotte per<br />

il dominio del territorio tra i Longobar<strong>di</strong> beneventani e i Bizantini, alle quali si furono<br />

alternamente sommando gli eserciti imperiali del nord -quelli del sacro romano<br />

impero- e le tante bande arabe e slave, in un perenne clima <strong>di</strong> “tutti contro tutti” sotto<br />

la costante la regia, più o meno occulta, del papato.<br />

Con il nuovo millennio, finalmente, l’intricata e caotica situazione economica politica e<br />

militare del meri<strong>di</strong>one italiano, prolungatasi per secoli, incontrò una ra<strong>di</strong>cale via<br />

d’uscita con l’arrivo dei Normanni, una stirpe <strong>di</strong> scaltri guerrieri provenienti dal Nord,<br />

dalla Norman<strong>di</strong>a.<br />

Nel 1041, Normanni e Longobar<strong>di</strong> alleati, batterono i Bizantini impossessandosi <strong>di</strong><br />

gran parte del territorio del Catapanato d'Italia e, nel settembre del 1042, il normanno<br />

Guglielmo I d'Altavilla fondò la Contea <strong>di</strong> Puglia con capitale Melfi: un territorio non<br />

omogeneo sud<strong>di</strong>viso in baronie <strong>di</strong>stribuite tra Capitanata, Gargano, Apulia e<br />

Campania, fino al Vulture.<br />

Nel 1047, il sacro romano imperatore Enrico III, legittimò i possessi dei Normanni e<br />

conferì a Drogone d'Altavilla, succeduto a Guglielmo I, l'investitura <strong>di</strong> conte <strong>di</strong> Puglia.<br />

Poi, nel Concilio <strong>di</strong> Melfi del 1059, la contea fu elevata a ducato dal pontefice Niccolò II<br />

e Roberto il Guiscardo fu nominato duca <strong>di</strong> Puglia e <strong>di</strong> Calabria.<br />

Finalmente, nel 1071, il dominio bizantino formale nel meri<strong>di</strong>one italiano cessò del<br />

tutto e per sempre, con la conquista <strong>di</strong> Lecce e la fondazione della contea <strong>di</strong> Lecce, e<br />

con la con la conquista <strong>di</strong> Taranto e Brin<strong>di</strong>si e la fondazione del poderoso principato <strong>di</strong><br />

Taranto, al quale restò ascritta anche Brin<strong>di</strong>si.<br />

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