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Pagine di storia brindisina

Non è questo un testo di storia, ma è solo una raccolta di alcunii episodi della storia di Brindisi, non tra di essi necessariamente collegati e qui rieditadi e riordinati in sequenza cronologica. Si tratta, infatti, di vari articoli già in precedenza da me pubblicati online, alcuni sulla pagina Brindisiweb.it e altri sul blog “Via da Brindisi” del quotidiano online Senza Colonne News, altri ancora su "il7 Magazine". Il distintivo, scelto per la copertina di questa raccolta, vuole essere un omaggio alla figura e alla memoria di un grande brindisino doc, Don Pasquale Camassa, generoso amante, nonché prolifico divulgatore, della storia della sua città.

Non è questo un testo di storia, ma è solo una raccolta di alcunii episodi della storia di Brindisi, non tra di essi necessariamente collegati e qui rieditadi e riordinati in sequenza cronologica. Si tratta, infatti, di vari articoli già in precedenza da me pubblicati online, alcuni sulla pagina Brindisiweb.it e altri sul blog “Via da Brindisi” del quotidiano online Senza Colonne News, altri ancora su "il7 Magazine".
Il distintivo, scelto per la copertina di questa raccolta, vuole essere un omaggio alla figura e alla memoria di un grande brindisino doc, Don Pasquale Camassa, generoso amante, nonché prolifico divulgatore, della storia della sua città.

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APPENDICE<br />

(*) IL MONACHESIMO ORIENTALE IN PUGLIA E IN BRINDISI<br />

La <strong>storia</strong> del monachesimo nell’Italia meri<strong>di</strong>onale, ed in Puglia in particolare, per i primi anni<br />

del periodo me<strong>di</strong>evale costituisce la principale <strong>storia</strong> culturale ricostruibile <strong>di</strong> quella regione,<br />

nella misura in cui il monachesimo fu per secoli un fattore culturale fondamentale della vita<br />

religiosa e in buona parte anche <strong>di</strong> quella sociale delle genti.<br />

Il monachesimo cristiano nacque nel basso Egitto alla fine del III secolo, per poi <strong>di</strong>ffondersi in<br />

Siria, Palestina, Mesopotamia e in Asia Minore, giungendo nel cuore dell’impero <strong>di</strong><br />

Costantinopoli dopo l’emanazione, nel 313, del famoso E<strong>di</strong>tto <strong>di</strong> Costantino, quello che sancì la<br />

libertà <strong>di</strong> culto per i cristiani.<br />

Grazie a quella svolta ra<strong>di</strong>cale, già nel corso del IV secolo, gruppi <strong>di</strong> monaci, eremiti e<br />

anacoreti, iniziarono a ritirarsi in solitu<strong>di</strong>ne “per raggiungere la pace interiore e un armonico<br />

rapporto con Dio”. Successivamente, i monaci accolsero con loro anche dei <strong>di</strong>scepoli e ben<br />

presto formarono le prime organizzazioni <strong>di</strong> vita in comune, uscendo dall’isolamento e<br />

aprendosi a un più <strong>di</strong>retto contatto con i fedeli.<br />

Il primo momento fu dunque quello dell’eremitismo, in cui i monaci si ritirarono in luoghi<br />

solitari, inospitali e <strong>di</strong>fficili da raggiungere, praticando l’ascesi più dura e rigida. Oltre alla<br />

rinuncia a ogni forma <strong>di</strong> contatto umano, in quella fase i monaci abbandonarono anche la cura<br />

della propria persona: spogliandosi degli abiti terreni e vestendosi con una semplice tunica,<br />

cibandosi solo <strong>di</strong> legumi e cibi non cotti, bevendo solo il necessario per sopravvivere; e<br />

facendosi crescere la barba, un <strong>di</strong>stintivo poi rimasto per i monaci orientali.<br />

Dalla prima fase eremitica, transitando per una fase interme<strong>di</strong>a detta lauritica, si giunse<br />

finalmente alla fase cenobitica, in cui i monaci passarono a aggregarsi, a vivere insieme in<br />

un’unica struttura, a riconoscere l’autorità <strong>di</strong> un superiore, a mangiare tutti insieme e<br />

incominciarono, quin<strong>di</strong>, a vivere in gruppo, in comunità. Quei gruppi monacali crearono<br />

momenti <strong>di</strong> preghiera in comune, oltre che <strong>di</strong> vita, de<strong>di</strong>candosi a semplici pratiche agricole per<br />

provvedere al sostentamento dell’intera comunità. In quella fase, inoltre, nacque un rapporto<br />

più stretto tra monaci e fedeli, un rapporto che andò anche a mutare le realtà<br />

socioeconomiche limitrofe ai monasteri.<br />

Anche la culla del primo monachesimo organizzato fu l’Egitto, dove l’opera <strong>di</strong> San Pacomio,<br />

vissuto tra il 290 e il 346 circa, <strong>di</strong>ede una forte impronta cenobitica al movimento. Egli fondò il<br />

primo cenobio sulle rive del Nilo, imponendo ai monaci <strong>di</strong> seguire una regola comune e<br />

prescrivendo, oltre alla vita contemplativa e alla preghiera, l’uso del lavoro manuale come<br />

forma <strong>di</strong> autosostentamento.<br />

Dall’Egitto gli ideali monastici si <strong>di</strong>ffusero per tutto l’Oriente, fino a giungere in Asia Minore.<br />

Proprio lì, e più precisamente in Cappadocia, il monaco Basilio accolse e innovò la primor<strong>di</strong>ale<br />

forma <strong>di</strong> organizzazione monastica, riprendendo e rielaborando gli insegnamenti pacomiani.<br />

Basilio nacque a Cesarea, verso il 330, in una facoltosa famiglia cristiana. Andò a stu<strong>di</strong>are a<br />

Costantinopoli e poi ad Atene e ritornato a Cesarea nel 356, fu insegnante <strong>di</strong> retorica. Dopo<br />

aver ricevuto il battesimo nel 358, decise ritirarsi a vita ascetica sulle rive dell’Iris dove, con<br />

un gruppo <strong>di</strong> suoi compagni, fondò una comunità religiosa.<br />

Fu da subito assertore dell’ortodossia cristiana e dopo la morte del vescovo <strong>di</strong> Cesarea, nel<br />

370, fu eletto vescovo <strong>di</strong> quella sua città e dovette abbandonare la vita ascetica, senza però<br />

rinunciare al <strong>di</strong>alogo e alla frequentazione con le comunità degli asceti. Si de<strong>di</strong>cò anche a<br />

scrivere e a perfezionare le “regole e pene” per quelle comunità e lasciò alla sua morte,<br />

sopraggiunta nel 379, un’opera letteraria molto vasta, che incluse anche scritture <strong>di</strong> carattere<br />

apologetico, trattati <strong>di</strong> esegesi, ed un voluminoso epistolario.<br />

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