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Pagine di storia brindisina

Non è questo un testo di storia, ma è solo una raccolta di alcunii episodi della storia di Brindisi, non tra di essi necessariamente collegati e qui rieditadi e riordinati in sequenza cronologica. Si tratta, infatti, di vari articoli già in precedenza da me pubblicati online, alcuni sulla pagina Brindisiweb.it e altri sul blog “Via da Brindisi” del quotidiano online Senza Colonne News, altri ancora su "il7 Magazine". Il distintivo, scelto per la copertina di questa raccolta, vuole essere un omaggio alla figura e alla memoria di un grande brindisino doc, Don Pasquale Camassa, generoso amante, nonché prolifico divulgatore, della storia della sua città.

Non è questo un testo di storia, ma è solo una raccolta di alcunii episodi della storia di Brindisi, non tra di essi necessariamente collegati e qui rieditadi e riordinati in sequenza cronologica. Si tratta, infatti, di vari articoli già in precedenza da me pubblicati online, alcuni sulla pagina Brindisiweb.it e altri sul blog “Via da Brindisi” del quotidiano online Senza Colonne News, altri ancora su "il7 Magazine".
Il distintivo, scelto per la copertina di questa raccolta, vuole essere un omaggio alla figura e alla memoria di un grande brindisino doc, Don Pasquale Camassa, generoso amante, nonché prolifico divulgatore, della storia della sua città.

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conquista bizantina, tendenti al recupero dei negotiatores Calabriae et Apuliae –<br />

in<strong>di</strong>cano la preesistenza <strong>di</strong> una classe fiorente numerosa e ben organizzata <strong>di</strong><br />

commercianti de<strong>di</strong>ti al traffico delle derrate alimentari <strong>di</strong> produzione locale.<br />

Ma dopo quella lunghissima guerra, anche per Brin<strong>di</strong>si ‘effettivo’ spartiacque tra<br />

tardoantico e me<strong>di</strong>oevo,<br />

«…a partire dalla seconda metà del VI secolo tutto il sistema economico salentino subì un<br />

forte processo involutivo: Bisanzio considerò il Salento come un mercato cui esportare i<br />

suoi prodotti e non si preoccupò <strong>di</strong> favorire l’attività produttiva locale. Brin<strong>di</strong>si <strong>di</strong>venne<br />

così un semplice porto <strong>di</strong> frontiera, ormai quasi completamente fuori dagli itinerari<br />

commerciali che contavano. Lo spopolamento delle campagne, le inumane con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong><br />

vita dei conta<strong>di</strong>ni e il rapace fiscalismo bizantino, furono le cause della depressione che,<br />

iniziatasi in quel periodo, sarà costante per Brin<strong>di</strong>si durante secoli, fino alla fine del primo<br />

millennio.» [G. CARITO]<br />

Se l’imperatore Giustiniano non avesse deciso <strong>di</strong> portare caparbiamente in Italia<br />

quella rovinosa guerra dalla quale ottenne null’altro che una costosissima quanto<br />

pirrica vittoria, forse, l’utopico progetto teodoriciano avrebbe potuto avere tutt’altro<br />

esito e la <strong>storia</strong> d’Italia tutt’altro futuro.<br />

_________________________<br />

G. CARITO Lo stato politico economico <strong>di</strong> Brin<strong>di</strong>si dagli Inizi del IV Secolo all'anno 670<br />

in Brun<strong>di</strong>sii Res - 1976<br />

Teodorico ‐ nel 'Gesta Theodorici Regis', 1177 Mausoleo <strong>di</strong> Teodorico ‐ Pietra d’Istria, 520 – Ravenna<br />

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