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Pagine di storia brindisina

Non è questo un testo di storia, ma è solo una raccolta di alcunii episodi della storia di Brindisi, non tra di essi necessariamente collegati e qui rieditadi e riordinati in sequenza cronologica. Si tratta, infatti, di vari articoli già in precedenza da me pubblicati online, alcuni sulla pagina Brindisiweb.it e altri sul blog “Via da Brindisi” del quotidiano online Senza Colonne News, altri ancora su "il7 Magazine". Il distintivo, scelto per la copertina di questa raccolta, vuole essere un omaggio alla figura e alla memoria di un grande brindisino doc, Don Pasquale Camassa, generoso amante, nonché prolifico divulgatore, della storia della sua città.

Non è questo un testo di storia, ma è solo una raccolta di alcunii episodi della storia di Brindisi, non tra di essi necessariamente collegati e qui rieditadi e riordinati in sequenza cronologica. Si tratta, infatti, di vari articoli già in precedenza da me pubblicati online, alcuni sulla pagina Brindisiweb.it e altri sul blog “Via da Brindisi” del quotidiano online Senza Colonne News, altri ancora su "il7 Magazine".
Il distintivo, scelto per la copertina di questa raccolta, vuole essere un omaggio alla figura e alla memoria di un grande brindisino doc, Don Pasquale Camassa, generoso amante, nonché prolifico divulgatore, della storia della sua città.

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Che ve ne sembra? Potrebbe reggere una così bizzarra e stravagante spiegazione?<br />

Ebbene, per Schipa, assolutamente no! E lui <strong>di</strong> ragioni per negarla ne apporta e ne<br />

dettaglia abbastanza.<br />

Poi, negata quella volontà squisitamente politica, Schipa avanza la possibilità che,<br />

invece, forse e più semplicemente e, per lui più verosimilmente:<br />

«Una volta ridotto a un lembo il territorio bizantino resistente sulla punta estrema<br />

della romana Calabria e benché fisicamente separato dal meri<strong>di</strong>onale Bruzio, pur si<br />

potè - per inerzia e consuetu<strong>di</strong>ne - continuare a mantenere il nome “Calabria” per<br />

tutta quell’unità amministrativa ancora bizantina, nonostante fosse costituita “magari,<br />

solo momentaneamente” da un territorio che nella quasi sua totalità era del Bruzio.<br />

E così fu che, per anni e anni, il territorio del Bruzio continuò a denominarsi<br />

ufficialmente ducato <strong>di</strong> Calabria e quin<strong>di</strong>… Calabria. Del resto, l’accettazione non dové<br />

incontrare molti ostacoli, giacché si trattava <strong>di</strong> un “bel nome dalla dolce fisionomia<br />

greca, per cui molti l’han ritenuto greco in carne ed ossa”».<br />

L’antica romana Calabria, nel mentre, non tornò più ad essere stabilmente bizantina<br />

ed anzi, tutta fu, a momenti, perduta, incluso la stessa Otranto, città che comunque più<br />

a lungo resistette la pressione longobarda col suo pur piccolo territorio. E fu così che<br />

dell’antica romana Calabria, dopo lunghissimi bui anni senza ormai un territorio<br />

proprio, si perse anche l’identità del nome.<br />

gianfrancoperri@gmail.com 8 Settembre 2016<br />

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