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Pagine di storia brindisina

Non è questo un testo di storia, ma è solo una raccolta di alcunii episodi della storia di Brindisi, non tra di essi necessariamente collegati e qui rieditadi e riordinati in sequenza cronologica. Si tratta, infatti, di vari articoli già in precedenza da me pubblicati online, alcuni sulla pagina Brindisiweb.it e altri sul blog “Via da Brindisi” del quotidiano online Senza Colonne News, altri ancora su "il7 Magazine". Il distintivo, scelto per la copertina di questa raccolta, vuole essere un omaggio alla figura e alla memoria di un grande brindisino doc, Don Pasquale Camassa, generoso amante, nonché prolifico divulgatore, della storia della sua città.

Non è questo un testo di storia, ma è solo una raccolta di alcunii episodi della storia di Brindisi, non tra di essi necessariamente collegati e qui rieditadi e riordinati in sequenza cronologica. Si tratta, infatti, di vari articoli già in precedenza da me pubblicati online, alcuni sulla pagina Brindisiweb.it e altri sul blog “Via da Brindisi” del quotidiano online Senza Colonne News, altri ancora su "il7 Magazine".
Il distintivo, scelto per la copertina di questa raccolta, vuole essere un omaggio alla figura e alla memoria di un grande brindisino doc, Don Pasquale Camassa, generoso amante, nonché prolifico divulgatore, della storia della sua città.

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In seguito, Brin<strong>di</strong>si inevitabilmente seguì la fortuna e la decadenza <strong>di</strong> Roma e del<br />

suo impero ed è quin<strong>di</strong> naturale immaginare un progressivo e sostanziale calo della<br />

popolazione già a partire dai primi anni del IV secolo, per così decrescere fino a una<br />

popolazione che intorno all’anno 400 dovette essere <strong>di</strong> circa 15000 abitanti. “Il<br />

circuito delle mura <strong>di</strong> Brin<strong>di</strong>si in età tardo antica fa pensare ad una città <strong>di</strong> circa<br />

quin<strong>di</strong>cimila abitanti...” (Lo stato politico economico <strong>di</strong> Brin<strong>di</strong>si dagli inizi del IV<br />

Secolo all’anno 670 - G. Carito, 1976).<br />

Nel 476 cadde formalmente l’Impero Romano d’Occidente, e poi venne la<br />

ventennale guerra gotico bizantina alla cui conclusione, nel 553, la popolazione <strong>di</strong><br />

Brin<strong>di</strong>si si era già ulteriormente ridotta, a circa soli 4000 abitanti. Seguirono gli anni<br />

della esosa corrotta e labile dominazione bizantina, che spostò su Otranto il baricentro<br />

politico militare e commerciale della Terra <strong>di</strong> Otranto, accelerando con ciò la<br />

decadenza e lo spopolamento <strong>di</strong> Brin<strong>di</strong>si, una decadenza che si prolungò e si accentuò<br />

fino alla conquista, con conseguente <strong>di</strong>struzione, della città da parte dei Longobar<strong>di</strong>,<br />

nel 674, quando Brin<strong>di</strong>si rimase, <strong>di</strong> fatto, quasi del tutto spopolata.<br />

“La documentazione epigrafica dà la certezza che rimasero ai margini della città<br />

solo pochi gruppi <strong>di</strong> Ebrei, parte stabiliti nella zona detta Giudea e parte presso<br />

l’attuale via Tor Pisana. Qualche altro sparuto gruppo <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni si stabilì intorno al<br />

vecchio martyrium <strong>di</strong> San Leucio. I Longobar<strong>di</strong>, <strong>di</strong>strutta Brin<strong>di</strong>si, fecero <strong>di</strong> Oria il loro<br />

più forte caposaldo in Terra <strong>di</strong> Otranto. Fu allora che Oria fu eletta come sede dei<br />

vescovi brin<strong>di</strong>sini e anche quel trasferimento dell’episcopato in<strong>di</strong>ca l’abbandono della<br />

città. Un abbandono ulteriormente confermato dalla quasi totale mancanza <strong>di</strong><br />

riferimenti a Brin<strong>di</strong>si nelle fonti dell’VIII secolo...” (Lo stato politico economico <strong>di</strong><br />

Brin<strong>di</strong>si dagli Inizi del IV Secolo all’anno 670 - G. Carito, 1976).<br />

Fino all’incipiente rifondazione bizantina <strong>di</strong> qualche secolo dopo - tra fine X<br />

secolo e inizio XI - la popolazione brin<strong>di</strong>sina dovette rimanere prossima al minimo ed<br />

è comunque <strong>di</strong>fficile reperire dati utili sul possibile andamento demografico fino a<br />

dopo la conquista normanna del 1071, quando finalmente si cominceranno a<br />

incontrare alcuni elementi utili per una qualificazione approssimativa. Poi, nei primi<br />

decenni del secolo XIII, la decisione <strong>di</strong> Federico II <strong>di</strong> allargare la cinta muraria<br />

citta<strong>di</strong>na, probabilmente ripristinando l’antico tracciato del municipio romano, fa<br />

ipotizzare una maggior crescita della popolazione durante la dominazione sveva,<br />

specificamente nel corso della prima metà del secolo XIII.<br />

“Nel 1269, con gli Angioini appena inse<strong>di</strong>ati sul trono <strong>di</strong> Napoli, l’inchiesta<br />

condotta su un omici<strong>di</strong>o fece riferimento - per stabilire l’ammontare della multa da<br />

imporre alla città - all’esistenza a Brin<strong>di</strong>si <strong>di</strong> circa 1000 fuochi e così, adottando un<br />

moltiplicatore <strong>di</strong> 5 per i nuclei familiari, si deduce che il numero degli abitanti <strong>di</strong><br />

Brin<strong>di</strong>si doveva attestarsi, in quegli anni del XIII secolo, sulle 5000 unità, un numero<br />

che potrebbe rappresentare l’apice del trend positivo iniziato con la conquista<br />

normanna. Poi, negli ultimi decenni dello stesso XIII secolo, ci fu una nuova inversione<br />

<strong>di</strong> tendenza che seguì alle convulsioni politiche legate alla cruenta transizione dagli<br />

Svevi agli Angioini, alla guerra dei Vespri, alla <strong>di</strong>ffusione della peste nera in città,<br />

eccetera...” (Il me<strong>di</strong>oevo nelle città italiane: Brin<strong>di</strong>si - R. Alaggio, 2015).<br />

Infatti, un nuovo minimo puntuale caratterizzò la popolazione <strong>di</strong> Brin<strong>di</strong>si<br />

nell’anno 1465, quando - con i re aragonesi succeduti sul trono <strong>di</strong> Napoli - giunse in<br />

città il contagio della devastante peste europea e la popolazione si ridusse all’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong><br />

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