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Pagine di storia brindisina

Non è questo un testo di storia, ma è solo una raccolta di alcunii episodi della storia di Brindisi, non tra di essi necessariamente collegati e qui rieditadi e riordinati in sequenza cronologica. Si tratta, infatti, di vari articoli già in precedenza da me pubblicati online, alcuni sulla pagina Brindisiweb.it e altri sul blog “Via da Brindisi” del quotidiano online Senza Colonne News, altri ancora su "il7 Magazine". Il distintivo, scelto per la copertina di questa raccolta, vuole essere un omaggio alla figura e alla memoria di un grande brindisino doc, Don Pasquale Camassa, generoso amante, nonché prolifico divulgatore, della storia della sua città.

Non è questo un testo di storia, ma è solo una raccolta di alcunii episodi della storia di Brindisi, non tra di essi necessariamente collegati e qui rieditadi e riordinati in sequenza cronologica. Si tratta, infatti, di vari articoli già in precedenza da me pubblicati online, alcuni sulla pagina Brindisiweb.it e altri sul blog “Via da Brindisi” del quotidiano online Senza Colonne News, altri ancora su "il7 Magazine".
Il distintivo, scelto per la copertina di questa raccolta, vuole essere un omaggio alla figura e alla memoria di un grande brindisino doc, Don Pasquale Camassa, generoso amante, nonché prolifico divulgatore, della storia della sua città.

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2016: 100 anni fa arrivarono a Brin<strong>di</strong>si i MAS<br />

Pubblicato su Senza Colonne News del 1° marzo 2016<br />

In questo mese <strong>di</strong> marzo 2016 ricorre il centenario dell’arrivo a Brin<strong>di</strong>si dei MAS, i<br />

famosi Motoscafi Anti Sommergibili, le cui siluette, che dovevano presto <strong>di</strong>ventare<br />

familiari a tutti i Brin<strong>di</strong>sini <strong>di</strong> allora, ben riconoscevamo anche noi, oggi giovani<br />

sessantenni, quando negli anni ’60 e ’70 solcavano ancora le tranquille acque del<br />

nostro porto con il loro inconfon<strong>di</strong>bile rombo che ci annunciava l’imminente<br />

sopraggiungere delle loro imponenti onde fino alle rive delle nostre belle spiagge,<br />

ancora tutte all’interno del porto.<br />

In quel tempo <strong>di</strong> guerra, Brin<strong>di</strong>si era la sede del comando superiore navale del Basso<br />

Adriatico retto dal contrammiraglio Umberto Cagni, e il nostro mare era infestato dai<br />

temibili sottomarini austriaci che, con base nel porto <strong>di</strong> Durazzo, scorrazzavano<br />

facendo strage <strong>di</strong> nostri convogli civili e <strong>di</strong> nostri mezzi militari navali.<br />

La genialità dei nostri ingegneri navali era però riuscita a inventare, e quin<strong>di</strong> a<br />

progettare con l'ingegnere livornese Attilio Bisio, fino a poi realizzare in poco tempo<br />

nei cantieri navali della Società Veneziana <strong>di</strong> Automobili Navali, una speciale barca<br />

torpe<strong>di</strong>niera lignea, mossa da un motore a scoppio <strong>di</strong> 40 cavalli ed incre<strong>di</strong>bilmente<br />

economica: velocissima e versatile, con duecento miglia <strong>di</strong> autonomia, fornita <strong>di</strong> un<br />

cannoncino da 75 mm e, soprattutto, <strong>di</strong> due potenti e letali siluri a tenaglia,<br />

costituendo un’arma che avrebbe potuto colpire il nemico con massima efficienza, in<br />

mare aperto così come nei suoi stessi porti.<br />

MAS 1 ‐ Venezia 1916<br />

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