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DOCUMENTO GUIDA PER LA VALUTAZIONE DEI RISCHI E LA SORVEGLIANZA SANITARIA NELLE FONDERIE DI GHISA

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<strong>DOCUMENTO</strong> <strong>GUIDA</strong> <strong>PER</strong> <strong>LA</strong> <strong>VALUTAZIONE</strong> <strong>DEI</strong> <strong>RISCHI</strong> E <strong>LA</strong> <strong>SORVEGLIANZA</strong> <strong>SANITARIA</strong> <strong>NELLE</strong> <strong>FONDERIE</strong> <strong>DI</strong> <strong>GHISA</strong><br />

verso un fattore di rischio professionale cui egli è esposto, che non viene rilevata dal MC in<br />

quanto il lavoratore non si è sottoposto agli accertamenti sanitari alla scadenza prevista e che<br />

può compromettere il suo stato di salute se permane l’esposizione allo specifico fattore di rischio.<br />

L’aspetto deontologico, che riguarda il comportamento che il MC deve tenere per contribuire a<br />

risolvere questo problema, è inerente al tentativo di convincimento del lavoratore a sottoporsi<br />

agli accertamenti previsti, senza ledere la sua libertà personale. L’approccio che il MC dovrà<br />

instaurare con il lavoratore non potrà che fondarsi sul principio dell’informazione, cioè illustrare<br />

ulteriormente al lavoratore il significato degli accertamenti sanitari cui è sottoposto, allo scopo<br />

di tutelare la sua salute e richiamare la sua attenzione sulle responsabilità personali del rifiuto.<br />

Questa attività di informazione del MC, oltre che prevista dai codici etici, è riportata anche<br />

nell’art. 25, comma 1, lettera g), del D.lgs. 81/2008 e s.m.i. Ovviamente, in caso di rifiuto scritto<br />

da parte del lavoratore di sottoporsi agli accertamenti sanitari, il MC dovrà rapidamente<br />

informare per iscritto il DL. Il diniego del lavoratore a sottoporsi agli accertamenti sanitari pone<br />

problemi di responsabilità del DL, in quanto questi in primo luogo non può dimostrare di aver<br />

ottemperato all’applicazione della legislazione preventiva di igiene del lavoro ed in secondo<br />

luogo, essendo scaduto il certificato di idoneità alla mansione specifica, deve decidere sulla<br />

permanenza del lavoratore nell’esposizione ad un determinato rischio specifico con la possibilità<br />

che sia intervenuta nel lavoratore tra le due visite periodiche una condizione di ipersuscettibilità<br />

che, a sua volta, può modificare in senso peggiorativo il suo stato di salute, di cui può essere<br />

chiamato a rispondere sul piano civile e penale (SIMLII 2004a).<br />

D’altro canto, nella propria attività professionale il MC deve prendere spesso decisioni che possono<br />

presentare dilemmi etici, i quali possono essere affrontati in base agli orientamenti forniti dai codici<br />

etici; in particolare la legislazione italiana (art. 39, comma 1, D.lgs. 81/2008 e s.m.i.) richiama<br />

l’obbligo di fare riferimento al Codice etico dell’International Commission on Occupational Health<br />

(ICOH 2014). In base a quest’ultimo, beneficialità, autonomia e giustizia rappresentano i tre principi<br />

etici fondamentali che ispirano e guidano le decisioni e dai quali discendono le regole che<br />

garantiscono la confidenzialità, la fiducia, l’onestà, il rispetto per la riservatezza, la fedeltà. L’analisi<br />

degli aspetti etici di un intervento deve prendere in considerazione per ogni potenziale parte in<br />

causa sia i possibili costi etici che i possibili benefici etici e si conclude con la formulazione di<br />

decisioni alternative che devono essere confrontate tra loro in modo da chiarire le implicazioni<br />

derivanti dall’applicazione dei principi etici per tutti gli attori in causa. In base al principio di<br />

beneficialità devono essere valutate le potenziali conseguenze positive o negative dell’azione. Ne<br />

consegue che il beneficio etico consiste nell’aderenza al principio di beneficialità, mentre il costo<br />

etico è rappresentato dalla sua violazione. Analogamente, per quanto riguarda il principio di<br />

autonomia, i benefici e i costi etici delle alternative decisionali sono analizzati in rapporto all’obbligo<br />

del rispetto del diritto all’autodeterminazione delle parti in causa: un beneficio etico è presente<br />

qualora tale obbligo sia soddisfatto, mentre la sua violazione comporta un costo etico. Da ultimo, in<br />

base al principio di giustizia, è presente un beneficio etico qualora la decisione sia conforme alla<br />

necessità di compiere scelte eque e trasparenti, mentre la sua non conformità rappresenta un costo<br />

etico. Spesso tuttavia l’analisi di costi e benefici non offre soluzioni immediate. Ne deriva che il<br />

problema consiste nella scelta tra soluzioni diverse in base a informazioni non quantificabili e che si<br />

possono prestare a interpretazioni diverse. Le osservazioni sulla scarsa capacità dei MC di valutare<br />

la propria performance, nonché la variabilità interindividuale dei MC nell’assumere decisioni sullo<br />

stesso problema, contribuiscono all’incertezza che si può quindi riflettere sull’intero processo<br />

decisionale del MC e influire sulla scelta finale (Franco 2015).<br />

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