Canoni ritmici a mosaico
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5.1 Operazioni sui canoni<br />
5.1.5 Definizione. La k-concatenazione del canone ritmico A ⊕ B = Z/nZ è il<br />
canone ritmico:<br />
(A ⊕ {0, n, 2n, . . . , (k − 1)n}) ⊕ B = Z/(kn)Z.<br />
Si dice anche che (A ⊕ {0, n, 2n, . . . , (k − 1)n}) ⊕ B è ottenuto per concatenazione da<br />
A ⊕ B.<br />
Si vede facilmente che la precedente definizione è ben posta:<br />
per ogni z ∈ Z e per ogni r = s + tk, con 0 ≤ s < k, si ha<br />
z = a + b + rn ⇔ z = (a + sn) + b + t(kn) .<br />
5.1.6 Definizione. Diciamo che il canone A ⊕ B = Z/nZ verifica la condizione (T2)<br />
se almeno uno tra i ritmi A e B la verifica.<br />
Diciamo che il canone A ⊕ B = Z/nZ è spettrale se almeno uno tra i ritmi A e B lo<br />
è.<br />
Osserviamo trivialmente che i ritmi di un canone verificano sempre la condizione<br />
(T1) (per il teorema 2.1.3(1) di Coven-Meyerowitz), in particolare quindi la<br />
condizione (T1) è invariante per concatenazione.<br />
Cosa accade alla condizione (T2)?<br />
5.1.7 Proposizione. L’intreccio conserva la condizione (T2).<br />
Dimostrazione: Sia A = k−1<br />
i=0 (i + kAi) il ritmo interno dell’intreccio di k canoni di<br />
ritmo interno Ai e di medesimo ritmo esterno B. Se B verifica (T2), la verifica anche<br />
kB (lemma 2.1.11(2)), quindi non c’è nulla da dimostrare. Supponiamo che B non<br />
verifichi (T2), allora ogni Ai la verifica. Procediamo per induzione sul numero di<br />
primi (non necessariamente distinti) che dividono k.<br />
1. Se k = p primo, la tesi segue immediatamente dal lemma 2.1.13(5).<br />
2. Sia k = pk ′ , quindi I = {1, . . . , k} = {1, . . . , k ′ } ∪ {k ′ + 1, . . . , 2k ′ } ∪ . . . ∪ {(p −<br />
1)k ′ , . . . , pk ′ } = I1 ∪ . . . ∪ Ip. Consideriamo i canoni di ritmo interno A ′ j =<br />
<br />
i∈I j (i + k′ Ai) e medesimo ritmo esterno B ′ = k ′ B, allora A k−1 i=0 (i + kAi) =<br />
p i=0 (i + pA′ i ) e kB = pB′ , quindi, per ipotesi induttiva, se gli Ai verificano<br />
(T2), anche A la verifica.<br />
5.1.8 Proposizione. La concatenazione conserva la condizione (T2).<br />
Dimostrazione: Chiamiamo ∆k := {0, . . . , k − 1}. Osserviamo che<br />
{0, n, 2n, . . . , (k − 1)n}(x) = (n∆k)(x) = ∆k(x n ) = xkn − 1<br />
x n − 1 =<br />
69<br />
<br />
d|kn, d∤n<br />
Φd(x) ,<br />
qed