Canoni ritmici a mosaico
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B.2 Trasposizione, inversione, aumentazione<br />
3. il gruppo affine Aff n = { f : x ↦→ ax + b | a ∈ Z ∗ n, b ∈ Zn} < Sn, dove Z ∗ n è<br />
l’insieme delle unità di Zn (cfr esempio B.12).<br />
Come si evince dalla terminologia musicale utilizzata nei primi due casi, tali<br />
gruppi di permutazioni sono spesso utilizzati in un contesto tonale, piuttosto che<br />
ritmico, a patto di considerare un temperamento equabile, nel quale cioè la proporzione<br />
tra le frequenze di due note successive della scala cromatica è costante.<br />
Nella musica occidentale, ad esempio, la scala cromatica è composta da 12 note<br />
(fig. B.1) e la proporzione tra le frequenze di due note successive è 12√ 2 : scompare<br />
la differenza tra semitono diatonico e semitono cromatico del temperamento<br />
naturale.<br />
Figura B.1: scala cromatica occidentale<br />
In quest’ottica Z/nZ è il modello utilizzato per esprimere la ciclicità tonale<br />
della scala cromatica, ed i sottoinsiemi di Z/nZ, a meno di traslazione, vengono<br />
chiamati accordi (talvolta anche modi); ad esempio l’accordo semidiminuito e la<br />
scala maggiore vengono rappresentati dai diagrammi di Krenek nelle figure B.2 e<br />
B.3, rispettivamente.<br />
Utilizzando la teoria enumerativa di Pólya (appendice B), ci proponiamo di<br />
contare il numero di accordi, o di ritmi, di periodo e cardinalità fissata.<br />
Iniziamo quindi considerando l’azione di Z/nZ su sé stesso e l’azione indotta<br />
su P(Z/nZ) come descritto negli esempi B.8 e B.13.<br />
Figura B.2: do-7(♭5) Figura B.3: scala maggiore di do<br />
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