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Noragugume, così vicina a Nuoro… 121<br />
Anche nella morfologia si può osservare una certa variabilità, come lo<br />
mostrano gli esempi seguenti che riguardano la coniugazione del verbo ‘essere’.<br />
12 Nelle parlate meridionali, l’imperfetto dell’indicativo presenta forme<br />
diverse per tutte le persone. Così, al singolare, la prima pers. sarà fia, fem(m)u<br />
e fui nel nord del Campidano, e furia a Senorbì; per la seconda, si potranno<br />
avere tre forme: fíast(a), fusta e fusti per il nord del Campidano e la media<br />
valle del Tirso; la variabilità della terza è ancora più grande: fíada, fudi nel<br />
nord del Campidano di Oristano e nel circondario della città; fudía, sempre nel<br />
nord del Campidano di Oristano e nel Gerrei; furia(da) a Senorbì; fùeda o la<br />
forma contratta feda, tipiche del «contado» (il termine è del Wagner 1938-<br />
39:§115-117), fudi, fùada caratteristiche di quel campidanese che, sempre il<br />
Wagner, definisce come «rustico». Per il plurale, la prima pers. suona<br />
fem(m)us, fustis, o anche fustiaus (Busachi); per la seconda, si rilevano festis,<br />
fustis (quest’ultima nel Sulcis, nel campidanese «rustico» e nel Sarcidano –<br />
Laconi) e fustiais (Busachi); per la terza, infine, si sentono fíant(a), fùant(a),<br />
funta, fudíanta, nel nord del Campidano di Oristano; furianta a Senorbì;<br />
fùenta, fenta (forma contratta del «contado»), fùinti nel nord del Campidano di<br />
Oristano e fùinte (Busachi). In conclusione, dire, come lo fa Blasco Ferrer,<br />
che l’imperfetto (o il preterito) del campidanese presenta le forme «femu,<br />
fiast, fut (anche fiat), femus, festis, fiant» (Blasco Ferrer 1998:84), significa<br />
fare una scelta di un solo tipo a discapito di tutti gli altri. Ma su quale criterio?<br />
E quale forma scegliere per il gerundio della prima coniugazione, per esempio<br />
per il verbo cantare? cantando, cantandoro, cantendu, cantenduru o cantendi?<br />
13 Blasco Ferrer preferisce l’ultima forma. Ma perché?<br />
Nelle parlate settentrionali si incontrano gli stessi problemi. Le forme<br />
dell’imperfetto dello stesso verbo, per esempio, possono essere, per la prima<br />
pers. sing., fui, (Barbagia, Planargia, log. sett.), fuo, uo (Barbagia, log. sett.),<br />
fio, fia (log. sett.), fip(p)o, ip(p)o (Nuoro, Bitti), fippi (Dorgali); per la seconda,<br />
fusti (Barbagia, Planargia, log. sett.: per quest’ultima area la forma<br />
ricopre diverse pronuncie del gruppo -st-), fisti, o ancora fuzi, e uzi (Barbagia,<br />
Planargia, log. sett.); per la terza, fudi, udi (Barbagia, Planargia, log. sett.),<br />
fùidi (Planargia) e fidi. Al plurale, per la prima pers., si dovrà scegliere fra<br />
fumus, umus (Barbagia, log. sett.), fumizi (Planargia, log. sett.), fimus (Nuoro,<br />
Bitti, log. sett.) e fimis (Baronia, log. sett.); per la seconda, fra fuzis, uzis (Barbagia;<br />
log. sett.), fizis, (id.), fistis (Dorgali); per la terza, fra fumi, umi (Barbagia,<br />
Planargia, log. sett.), fùini (Planargia), ùnini (Barbagia), fini (Barbagia,<br />
Dorgali). Anche in questo caso, Blasco Ferrer, alla ricerca di una soluzione<br />
unitaria per il logudorese, propone la serie fipo, fis, fit, fimus, fizis, fin, scelta<br />
che appare piuttosto speditiva. Curioso anche il fatto di aver integrato il tipo