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Internet: una prospettiva per la promozione e lo studio delle lingue “minoritarie” 187<br />

5<br />

Cfr. Euromosaic 2: «It [il sardo, n.d.r.] seems to be a language relegated to a highly localised<br />

function of interaction between friends and relatives. Its institutional base is extremely weak and<br />

declining».<br />

6<br />

Mi riferisco alla definizione di Fishman (1963), il quale estende il termine coniato da Ferguson<br />

per situazioni in cui sono coinvolte due varietà della stessa lingua a situazioni con varietà appartenenti<br />

a lingue diverse. Tuttavia, la diagnosi di diglossia per la situazione del sardo non è incontestata.<br />

Secondo Calaresu, la separazione delle funzioni tra sardo e italiano non sarebbe poi così<br />

netta, e diagnostica piuttosto una situazione di dilalia, nella quale «[...] vi sono impieghi e domini<br />

in cui vengono usati di fatto, ed è normale usare, sia l’una che l’altra varietà, alternativamente o<br />

congiuntamente» (Calaresu 2002:253, n.22). Ciononostante sembra che sia soprattutto l’italiano,<br />

«[...] usato, almeno da una parte della comunità, anche nel parlato conversazionale usuale [...]»<br />

(Calaresu 2002:ibidem), ad invadere gli ambiti di spettanza del sardo. In questo caso la situazione<br />

del sardo risulterebbe ancora più grave, e le considerazioni sviluppate in questa sezione varrebbero,<br />

a maggior ragione, anche per una situazione di dilalia.<br />

7<br />

Mi riferisco ai termini Nähe (‘vicinanza’) e Distanz di Koch/Österreicher (1990:12), che denominano<br />

rispettivamente situazioni di oralità vs. scritturalità concettuali.<br />

8<br />

Cfr. Euromosaic 2: La traduzione dei criteri di valutazione e il calcolo delle percentuali sono<br />

stati effettuati dalla sottoscritta.<br />

9<br />

Come Koch/Oesterreicher (1990:5) distinguo tra scritturalità concettuale, caratterizzata da una<br />

situazione comunicativa di distanza, e scritturalità mediale, caratterizzata semplicemente dall’utilizzo<br />

di un medium grafico (ad esempio, anche una conversazione telefonica trascritta e disponibile<br />

in forma grafica sarebbe da considerarsi medialmente scritta, sebbene orale da un punto di vista<br />

concettuale).<br />

10<br />

Si tenga presente che non figurano analfabeti in questa statistica; infatti, tutti gli intervistati dichiarano<br />

di saper scrivere l’italiano.<br />

11<br />

Naturalmente, bisogna tenere presente che queste due varietà principali sono a loro volta molto<br />

eterogenee, cfr. Contini (in questo volume).<br />

12<br />

Bisogna notare però che si tratta di stime contestabili, poiché basate soprattutto sul censimento<br />

nazionale del 1991. Calaresu precisa che «Al di là della generale non scontata coincidenza tra i<br />

dati puramente anagrafici di residenza e quelli linguistici, va qui anche ricordato, per quanto ovvio,<br />

sia il numero notevole di sardi residenti in altre regioni italiane o addirittura all’estero, sia<br />

l’aumento del numero di residenti provenienti da altre zone dell’Italia, soprattutto nei maggiori<br />

centri urbani della <strong>Sardegna</strong>» (Calaresu 2002:253, n. 23).<br />

13<br />

Per una revisione critica del “mito” dell’arcaicità del sardo, cfr. i contributi di Bolognesi/Heeringa,<br />

Koch, Krefeld e Mensching (in questo volume).<br />

14<br />

Si noti però che il nome italiano ufficiale di questo ente è Ufficio europeo per le lingue meno<br />

diffuse (cfr. Caprioli in questo volume).<br />

15<br />

Che, a lungo termine, la diffusione di mass media in lingua minoritaria possa essere redditizia<br />

anche da un punto di vista economico è stato sottolineato da Grin (1999).<br />

16<br />

Questo discorso, come l’argomento dell’accessibilità economica, vale chiaramente solo per le<br />

società industrializzate. Tenendo conto che circa la metà della popolazione mondiale non ha mai<br />

usato un telefono, chiaramente l’accessibilità e globalità di internet viene relativizzata (cfr. Otterstetter<br />

1998).<br />

17<br />

Nel senso di Nähesprache (‘lingua di vicinanza’) secondo Koch/Österreicher (1990:5). Per<br />

l’oralità concettuale del linguaggio e-mail, cfr. p. es. Rabanus (1996:77): «Die Sprachform der<br />

elektronischen Diskussionsforen ist ein solcher neuer Texttyp, der [...] Elemente konzeptioneller<br />

Mündlichkeit in die Schriftlichkeit integriert» (‘La forma linguistica dei fori di discussione elettronici<br />

costituisce un tale tipo testuale nuovo, che [...] integra elementi di oralità concettuale nella<br />

scritturalità’; traduzione L.G.).

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