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La questione della lingua sarda oggi 159<br />

niente più. Mi sembra invece che sia da escludersi del tutto che la LSU diventi<br />

anche la lingua della ordinaria amministrazione della Regione, e in maniera<br />

particolare del suo apparato burocratico-amministrativo. Infatti una eventuale<br />

duplice redazione, in italiano ed in sardo, della corrispondenza regionale non<br />

sortirebbe altro effetto che appesantire oltre misura l’apparato burocraticoamministrativo<br />

regionale, quello del quale noi Sardi già lamentiamo l’odierna<br />

notevole farraginosità e la grande lentezza.<br />

Certamente si deve prevedere e consentire che un qualsiasi cittadino della<br />

<strong>Sardegna</strong> possa scrivere alla Regione ed anche agli altri enti ed uffici pubblici<br />

facendo uso della Lingua Sarda, in una qualsiasi sua varietà, secondo quanto<br />

prevede il punto 3 dell’art. 23 della Legge Regionale 15 ottobre 1997, n. 26<br />

(cfr. RAS), ma dal dettato di questo stesso articolo non è previsto che il suddetto<br />

cittadino abbia il diritto ad avere una risposta scritta pur’essa in Lingua<br />

Sarda.<br />

Ovviamente non mi sfugge che l’autorità politica della Regione ed a maggior<br />

ragione il Consiglio Regionale hanno piena capacità politica ed anche<br />

giuridica di ampliare anche di molto il su richiamato ambito di uso del modello<br />

linguistico da noi proposto «ad esclusivo uso dell’Assessorato», ma<br />

d’altra parte io dichiaro la mia piena convinzione che per il tempo presente e<br />

per quello futuro immediato non sia assolutamente opportuno proporre quel<br />

modello per ambiti più vasti e segnatamente per le scuole dell’Isola. Tale<br />

proposta in effetti verrebbe sentita dagli alunni, dalle famiglie, dagli insegnanti<br />

e anche dalla massima parte dei Sardi come una autentica costrizione<br />

od imposizione, la quale otterrebbe proprio l’effetto opposto a quello che ci si<br />

illuderebbe di conseguire e cioè potrebbe segnare negativamente e per sempre<br />

le sorti dell’auspicato processo di recupero e di rilancio della nostra lingua da<br />

parte di noi Sardi.<br />

D’altra parte non si tratta più di prevedere reazioni negative alla imposizione<br />

della LSU come modello da imporre in tutti i campi e in tutti gli usi, ma<br />

si tratta ormai di constatare che quelle previste reazioni negative ci sono state<br />

immediatamente e molto forti. Ovviamente si sono sentiti molto toccati tutti i<br />

Sardi del Capo di Sotto, quelli che parlano il campidanese, perché hanno visto<br />

la loro varietà dialettale messa totalmente da parte; ed infatti ci sono state<br />

numerose prese di posizione da parte loro e stanno anche procedendo ad una<br />

raccolta di firme per bloccare quella operazione, che il pur valido e meritevole<br />

ex-Assessore alla P.I. Pasquale Onida – consigliato male, a mio modesto<br />

parere – ha imprudentemente proposto nella presentazione che ha fatto del<br />

testo pubblicato della LSU. Ed hanno espresso la loro vivace opposizione

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