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70 Peter Koch<br />

(I) Intendendo parlare del lessico del sardo moderno (il che mi sembra<br />

ragionevole in questa sede), dobbiamo subito scartare gli elementi conservatori<br />

attestati solo nel sardo antico e scomparsi nel frattempo. Questo<br />

criterio riguarda 8 parole del campione 4 (notiamo tra parentesi che,<br />

in parte, per queste parole valgono ulteriori criteri, innanzi tutto IV). Mi<br />

permetto di osservare che, almeno rispetto a tali elementi, mi pare paradossale<br />

segnalare l’arcaicità del sardo “già” nei testi antichi (cfr. le citazioni<br />

di Wagner e di Tagliavini nella sezione 1).<br />

(II) In linea di principio, i prestiti non hanno niente a che vedere con uno<br />

strato arcaico (v. la fine della sezione 3). Pertanto non contano sicuramente<br />

i tre casi seguenti: il log. galu ‘ancora’ (dal toscano antico aguale,<br />

però con mutamento di significato notevole); il log. chenápura e camp.<br />

cenápura ‘venerdì’ (calco dal greco tramite l’ebraico); il log. sett. rusudzu<br />

‘residuo’ (sardizzazione dell’it. residuo e incrocio con l’it. rimasuglio).<br />

Il campione contiene altri due casi particolari: il log. e camp.<br />

maccu ‘matto’ e il log. e camp. soddu ‘soldo’ che, trattandosi di influssi<br />

oschi, possiamo avvicinare, in pratica, ai gruppi VI o VII.<br />

(III) L’appartenenza ad una varietà linguistica vicina all’oralità, piuttosto<br />

diversa dal latino classico oppure ad uno stadio di lingua posteriore ad<br />

esso, è in genere incompatibile con il concetto di arcaicità: 5 si pensi,<br />

p. es., alla voce onomatopoetica log. pappare e soprattutto camp. pappai<br />

‘mangiare’ (proveniente dall’oralità espressiva nel senso di Koch/<br />

Oesterreicher 1996) oppure al log. coyu(b)are e il camp. coyai ‘sposarsi’<br />

(< lat. coniugare, non attestato prima di Apuleio e di Sant’Agostino).<br />

Sono probabilmente posteriori al latino classico anche gli etimi segnati<br />

da un asterisco in quanto forme ricostruite, non attestate tra l’epoca<br />

classica e le prime testimonianze romanze, come p. es. il log. (raro) iscaressere<br />

e camp. scarésci(ri) ‘dimenticare’ (< lat. *ex-cadescere). In questo<br />

senso, un gruppo di altre 18 parole del campione non può essere annoverato<br />

tra gli arcaismi. 6<br />

(IV) Come verrà in seguito illustrato dettagliatamente nella sezione 3, non si<br />

può parlare né di ‘arcaicità’ né di ‘conservatorismo’, qualora la parola<br />

latina e/o il suo significato originario non siano sopravvissuti. Si oppongono<br />

dunque a una classificazione come arcaismo tutti i processi lessicali<br />

che possano produrre questi risultati (mutamenti di significato della<br />

parola latina seguiti dalla perdita del significato originario; sola<br />

sopravvivenza di una forma ellittica, di un derivato ecc.): 7 per es. il log.<br />

e camp. conca ‘testa’

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