Notiziario anno 2009 - CAI Sezione Varallo Sesia
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Antonio Grober<br />
nel centenario della morte<br />
Era la tarda mattinata<br />
del 31 dicembre 1909<br />
quando Antonio Grober,<br />
durante una relazione<br />
tenutasi presso<br />
la sede della Deputazione<br />
Provinciale di<br />
Novara, colto da un<br />
improvviso e mortale<br />
malore si accasciò<br />
esamine al suolo. A<br />
nulla valsero gli immediati soccorsi prestati<br />
dai colleghi presenti: il presidente generale del<br />
Club alpino italiano aveva cessato di vivere. La<br />
notizia si diffuse velocemente gettando coloro<br />
che lo conobbero nel più vivo sconforto: il Cai<br />
perdeva uno dei presidenti più validi e amati e<br />
in Valsesia scompariva un personaggio di spicco<br />
che tanto aveva fatto per la sua terra natale.<br />
Ma chi era Antonio Grober? Perché merita di<br />
essere ricordato?<br />
Antonio Grober era nato il 13 novembre 1847<br />
nella bellissima frazione Dorf situata in val<br />
d’Otro sopra Alagna. Figlio di quel Cristoforo<br />
Grober che nell’agosto del 1842 accompagnò<br />
l’intrepido don Gnifetti alla conquista della<br />
Signalkuppe, Antonio aveva, come si suol dire,<br />
la montagna nel sangue. Presto dovette lasciare<br />
la sua terra per trasferirsi a <strong>Varallo</strong> dove, all’età<br />
di 8 anni frequentò prima le scuole elementari<br />
e poi il ginnasio. Nel 1863 ulteriori trasferimenti<br />
lo portarono inizialmente a Novara per iscriversi<br />
al liceo Carlo Alberto e poi nel 1867 a Torino<br />
per iscriversi all’università dove nel 1870 si<br />
laureò in legge.<br />
Nonostante questa assenza, tornava regolarmente<br />
ad Alagna per le vacanze durante le quali<br />
effettuava escursioni sulle montagne circostanti,<br />
tra le quali il Tagliaferro e il Corno Bianco, dove<br />
salì almeno quattro volte sempre per vie diverse.<br />
Durante una di queste salite lasciò scritto sul<br />
libro di vetta: “I sottoscritti partiti dall’Ospizio<br />
(Sottile) alle 3.3/4 arrivarono a questa cima alle<br />
ore 7½. Vista magnifica. Orizzonte scoperto al<br />
nord ed all’ovest, dal Monte Rosa al Monviso,<br />
al sud e all’est un mare curiosissimo di nuvole<br />
accumulate. Il termometro segnava all’ombra<br />
2°. sotto zero, + 18°. al sole.” Seguono le firme<br />
di Grober, dell’avv. Francesco Turbiglio e delle<br />
15<br />
guide Carlo Martinale e Pietro Malber; la data<br />
è del 12 agosto 1874. Attraversando il passo del<br />
Turlo scese fino a Macugnaga, e varcando il col<br />
d’Olen e quello di Valdobbia, si recò più volte a<br />
Gressoney; attraverso il colle Mud scese a Rima<br />
e in altra occasione si spinse fino a Carcoforo.<br />
Frequentemente fu ospite presso gli alpeggi<br />
situati nella zona di Alagna. Nell’estate del 1864<br />
si concesse un prolungato soggiorno all’alpe<br />
Flua durante il quale si divertì a scorrazzare sul<br />
ghiacciaio delle Vigne. Nell’agosto del 1867 si<br />
recò in compagnia del padre Cristoforo a visitare<br />
Londra e l’Esposizione Universale di Parigi. Tornò<br />
da questo soggiorno pieno di ammirazione per<br />
quanto aveva visitato, ma ancora più innamorato<br />
della sua Alagna e delle sue montagne. Qualche<br />
giorno dopo il ritorno in patria, il 2 settembre,<br />
in compagnia del teologo Farinetti e con Giovanni<br />
Prato, salì per la prima volta la Punta Tre<br />
Amici (3541 m) che da allora fu così chiamata<br />
in seguito a un incidente capitato durante la<br />
discesa, quando mettendosi a cavalcioni di un<br />
crepaccio riuscì a salvare il teologo Farinetti che<br />
vi era caduto, recuperando a forza di braccia<br />
la corda al quale era legato. Nella sua innata<br />
modestia non parlò ad alcuno di questo suo gesto<br />
eroico, che conosciamo grazie a un articolo di<br />
Luigi Vaccarone che lo seppe direttamente dal<br />
Farinetti molti anni dopo.<br />
Nel settembre 1874, quindi pochi giorni dopo<br />
essere salito sul Corno Bianco come sopra ricordato,<br />
con l’avvocato Giuseppe Antonelli,<br />
accompagnati da Giuseppe Necer in qualità di<br />
portatore compì la prima salita al Monte delle<br />
Locce (3498 m), che in seguito fu chiamata<br />
Punta Grober. Singolare il modo con cui era stata<br />
presa la decisione di fare questa gita. Grober e<br />
l’avvocato Antonelli stavano passeggiando per<br />
Alagna quando uno dei due chiese all’altro:<br />
“Andiamo lassù?” e l’altro rispose: “Andiamo,<br />
quando si parte?” e concordarono la partenza da<br />
lì a due ore. Durante questa salita, tra il Colle<br />
delle Locce e la punta Grober furono scavati<br />
oltre duecento scalini. A testimonianza di questa<br />
prima ascensione, sulla punta fu costruito un<br />
ometto di sassi alto oltre due metri sul quale<br />
fu assicurata un’asta in legno con una pezza di<br />
stoffa a mo’ di bandiera. Dalla relazione, riportata<br />
su “L’alpinista” del 1875, apprendiamo che<br />
NOTIZIARIO C.A.I. VARALLO