Notiziario anno 2009 - CAI Sezione Varallo Sesia
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I 110 anni del Campanile Basso<br />
basso pareti SeO<br />
Il Campanile Basso è circondato da una così<br />
vasta fama come poche vette possono vantare:<br />
la sua singolare eleganza e l’arditezza dei suoi<br />
profili esercitarono un fascino così intenso da<br />
indurre generazioni di alpinisti celebri e meno<br />
celebri a tentarne le sue verticali pareti e i<br />
suoi affilati spigoli; fin da bambina, quando<br />
al massimo lo potevo ammirare in cartolina,<br />
ho sempre desiderato salirvi: l’occasione si<br />
presenta lo scorso agosto.<br />
Saliamo da Vallesinella in un assolato e fin<br />
troppo caldo pomeriggio; al rifugio Brentei<br />
incontriamo Erm<strong>anno</strong> Salvaterra e un amico<br />
con cui condivideremo le emozioni della salita.<br />
Erm<strong>anno</strong> ci ha “prenotato” un posto all’hotel<br />
Fiammetta, la cengia da cui diparte il sentiero<br />
delle Bocchette sulla Bocca di Brenta dove bivaccheremo.<br />
La serata scorre allegra e la notte<br />
porta un po’ di fresco e soprattutto la magia di<br />
un cielo stellato.<br />
Ore 6 del 18 agosto: si parte. L’avvicinamento<br />
con la frontale rende ancora più surreali questi<br />
luoghi; costeggiamo a destra la strapiombante<br />
parete della Brenta Alta mentre a sinistra, poco<br />
per volta, appare in tutta la sua maestosità la<br />
nostra meta: se da lontano si confonde nella<br />
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testo e foto Caterina Fasanino<br />
selva dei picchi e delle guglie del Brenta, dalla<br />
bocchetta ove attacchiamo ci sovrasta con la<br />
sua imponente parete sud.<br />
E subito il pensiero corre ai pionieri, ai primi<br />
uomini che osarono sfidare quello che i valligiani<br />
chiamavano fin dalla notte dei tempi il “campanil<br />
delle strie” per le immagini di fantasmi<br />
e streghe che la cima, spesso circondata dalla<br />
nebbia, evocava: nella seconda metà del XIX<br />
secolo alpinisti come John Ball, Julius von Payer<br />
(poi conquistatore dell’Adamello), Douglas<br />
Freshfield giunsero in vista del monolito ma una<br />
semplice occhiata a quelle vertiginose pareti<br />
bastò a dissuaderli e a etichettarlo come vetta<br />
impossibile.<br />
Ma vi fu anche qualcuno che la pensò diversamente<br />
e del proposito di salirvi ne fece un<br />
costante assillo: un giovane alpinista trentino,<br />
Carlo Garbari, accompagnato dalle guide Antonio<br />
Tavernaro e Nino Pooli sferra un primo attacco<br />
alla cima il 12 agosto del 1897: Nino Pooli riuscirà<br />
a vincere la prima grande difficoltà: un<br />
tratto di parete lungo circa 30 metri di roccia<br />
giallastra, una liscia e verticale lavagna con<br />
appigli minuti che termina con un espostissimo<br />
traverso fino a un minuscolo terrazzino sul filo<br />
dello spigolo sud-est con 100 metri di vuoto alle<br />
spalle; ancor oggi questo tratto è considerato<br />
uno dei tiri chiave della via Normale ma è protetto<br />
da ben tre chiodi ed è reso più semplice<br />
dall’uso di scarpette con la suola in gomma.<br />
L’avventura di Garbari e compagni, come la<br />
nostra, prosegue sulla parete est per facili ma<br />
friabili passaggi fino a percorrere i camini ad<br />
“y” e a uscire sullo Stradone provinciale; qui<br />
il nostro pensiero non può non andare a Paul<br />
Preuss che, percorsa fin qui la via Normale con<br />
la sorella e l’amico Paul Relly, proseguì solo<br />
lungo la vertiginosa parete est aprendo una<br />
via che, per i canoni del 1911, segnava il limite<br />
estremo delle capacità umane in arrampicata<br />
libera e che ancor oggi impegna molte cordate.<br />
Ma l’impresa di Preuss quel giorno non era finita<br />
e continuò con la discesa effettuata non dalla<br />
più semplice via Normale ma dall’itinerario appena<br />
tracciato da cui egli scese disarrampicando<br />
fino allo stradone ove aveva lasciato sorella e<br />
amico che nel frattempo, per ingannare l’attesa,<br />
si erano fidanzati.<br />
Noi, come i primi pionieri e come era solito<br />
consigliare il custode di queste montagne, Bruno<br />
NOTIZIARIO C.A.I. VARALLO