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Notiziario anno 2009 - CAI Sezione Varallo Sesia

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Curiosamente si può notare che la serie di dati<br />

rilevati alla frazione Piane (lunga quasi 40 anni)<br />

mostra una linea di tendenza (per semplicità<br />

una regressione lineare) che testimonia una<br />

progressiva riduzione della quantità di neve cumulata,<br />

mentre la serie relativa alla Bocchetta<br />

delle Pisse (più breve – circa 15 anni) mostra<br />

una linea di tendenza positiva.<br />

Il motivo di questa apparente incongruenza tra<br />

due stazioni a così breve distanza va ricercato<br />

proprio nel diverso arco temporale considerato:<br />

la prima serie comprende i dati degli inverni<br />

molto nevosi degli anni ’70 e ’80, mentre la<br />

seconda parte da quelli particolarmente “magri”<br />

degli anni ’90.<br />

Inoltre, analizzando più in dettaglio l’andamento<br />

stagionale si nota che l’innevamento è risultato<br />

da record soprattutto all’inizio dell’inverno,<br />

mentre nel periodo primaverile è rimasto nella<br />

norma se non leggermente inferiore.<br />

Le abbondanti precipitazioni di fine novembre<br />

e del mese di dicembre h<strong>anno</strong> infatti depositato<br />

al suolo un manto nevoso consistente, che<br />

poi ha continuato ad incrementarsi nel corso<br />

dell’inverno (fig. 4, fig. 5).<br />

fig. 4 – Alpe Selle di Baranca (1824 m)<br />

il 25/01/<strong>2009</strong> (foto Marco Maffeis)<br />

fig. 5 – Alpe Vallezö (2167 m) il 14/02/<strong>2009</strong><br />

(foto Carlo Raiteri)<br />

41<br />

Per contro, la mancanza di precipitazioni significative<br />

per buona parte del mese di aprile e il<br />

clima particolarmente mite della proseguito a<br />

maggio, h<strong>anno</strong> favorito una accelerata ablazione<br />

del consistente manto nevoso. Nonostante la<br />

grande quantità di neve quindi, la fusione è<br />

stata più rapida di molti altri inverni nevosi:<br />

in estrema sintesi si può pertanto parlare di un<br />

inverno molto nevoso, ma non particolarmente<br />

freddo.<br />

L’attività valanghiva dal canto suo è stata molto<br />

intensa e importante, soprattutto nel mese di<br />

dicembre. Ciò ha causato notevoli disagi, per<br />

cui sono state frequenti le interruzioni della<br />

viabilità con conseguente isolamento prolungato<br />

dei paesi alla testata delle valli: tra i più colpiti<br />

sicuramente Rimella, Carcoforo e Rima, e in<br />

misura minore anche Santa Maria di Fobello,<br />

Rassa, S. Antonio in Val Vogna e Alagna (fig. 6).<br />

fig. 6 – Operazioni di sgombero neve<br />

sulla strada per Cacroforo il 19/12/2008<br />

(foto Comunità Montana Valsesia)<br />

Oltre ai disagi per i residenti, anche l’attività<br />

scialpinistica si è dovuta adattare, in quanto<br />

spesso le testate delle varie valli risultavano<br />

irraggiungibili: quasi una beffa, un supplizio di<br />

Tantalo per sciatori, se paragonata alle carestie<br />

di neve di altre annate.<br />

In molte zone sono state osservate numerose<br />

grandi valanghe e per più volte è stato raggiunto<br />

il grado di pericolo valanghe 5- molto forte<br />

(fig. 7 - fig. 8).<br />

NOTIZIARIO C.A.I. VARALLO

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