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Notiziario anno 2009 - CAI Sezione Varallo Sesia

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BIBLIOGRAFIA<br />

- La Svizzera e i suoi ghiacciai pubblicato a<br />

cura dell’Ufficio Nazionale Svizzero del<br />

Turismo,<br />

- Lugano – Porza, Edizioni Trilingue, 1981<br />

- Enciclopedia della Montagna, vol. 3 Novara,<br />

Edizione De Agostini 1975<br />

- I ghiacciai delle Alpi di R. C. Bachmann,<br />

Bologna, Zanichelli 1980<br />

31<br />

SITI INTERNET<br />

www.grande-dixence.ch<br />

www.wikipedia.ch<br />

www.cleuson-dixence.ch<br />

www.alpiq.ch<br />

www.hls-dhs-dss-ch<br />

www.swissinfo.ch<br />

Due passi, tre pensieri, quattro stagioni<br />

IN MONTAGNA CON L’UNITA’ MODULARE DI PSI-<br />

CHIATRIA DI BORGOSESIA E IL CLUB ALPINO ITA-<br />

LIANO – SEZIONE DI VARALLO - SOTTOSEZIONE<br />

DI BORGOSESIA<br />

Nella programmazione degli interventi terapeutico-riabilitativi<br />

promossi dall’Unità modulare<br />

di psichiatria di Borgosesia molta attenzione è<br />

stata data alle dimensioni relazionali e spaziali<br />

ricondotte ai caratteri del territorio montano<br />

circostante.<br />

Riconoscersi come parte dell’ambiente naturale<br />

in cui si vive e privilegiare i bisogni di identità<br />

culturale e di appartenenza al gruppo d’origine<br />

e alla comunità locale favorisce un profondo<br />

radicamento nelle differenti aree dell’esistenza:<br />

dai rapporti affettivi e familiari alle relazioni<br />

sociali, dall’utilizzo del tempo libero alla<br />

comprensione del significato dell’impegno e<br />

del lavoro.<br />

Muoversi nella dimensione alpina porta a riconsiderare<br />

e a fare propria la storia personale e la<br />

memoria collettiva, a creare nuove correlazioni<br />

tra l’individuo e il contesto sociale, tra interno<br />

ed esterno, tra cultura e tradizioni, tra salute<br />

e natura, tra le costituenti dell’unità corporea<br />

e l’universo. La malattia interrompe questi<br />

collegamenti e impedisce la ricostruzione delle<br />

reti relazionali, spezza i legami con l’ambiente<br />

e rende estraneo e minaccioso lo spazio intorno,<br />

devitalizza e inaridisce ogni cosa.<br />

Andare in montagna, nella prospettiva di<br />

un’esperienza che cura e riabilita, aiuta a conoscere<br />

il corpo, a misurare le proprie forze e a<br />

valutare le proprie possibilità. È indispensabile,<br />

a questo proposito, la presenza e l’accompagnamento<br />

di un gruppo curante con cui confrontarsi<br />

e condividere un programma. Un gruppo curante<br />

composto da operatori sanitari dell’U.M. di psichiatria<br />

di Borgosesia, che contribuiscono con<br />

testo di Giuseppe Saglio<br />

competenze di cura e di psicoriabilitazione, e<br />

da accompagnatori del Cai che offrono la loro<br />

esperienza e le loro conoscenze per un rinnovato<br />

e proficuo approccio al grande scenario<br />

della montagna.<br />

La valenza terapeutica è riconoscibile nella<br />

costituzione di un rapporto tra cura e natura<br />

e di un percorso di intermedietà tra i due versanti:<br />

la realtà interna è restituita dal sogno<br />

attraverso la percezione soggettiva; la realtà<br />

esterna è rappresentata dal mondo e conosciuta<br />

tramite la percezione oggettiva; la terza area<br />

è rappresentata dall’intermedietà, il luogo dei<br />

fenomeni transizionali e dell’illusione, praticata<br />

dalla percezione analogica, più emotiva che<br />

verbale. La dimensione del “come se fosse”<br />

che “già è”.<br />

La montagna ci appare allora come uno spazio<br />

carico di suggestioni metaforiche e simboliche<br />

e può essere uno strumento di cura. Permette<br />

di fare un’esperienza individuale e di gruppo;<br />

di condurre e di essere condotti; di sentirsi<br />

autonomi e, nello stesso tempo, legati agli altri;<br />

di imparare a essere responsabili e interpreti;<br />

di muoversi tra affermazione individuale<br />

e sentimento sociale, tra prevalenza di sé e<br />

cooperazione con l’altro. Espone a un contatto<br />

e favorisce un incontro.<br />

La montagna attraverso le sollecitazioni e le<br />

suggestioni di fuga e di ritorno, di rischio e di<br />

protezione, di individualità e di condivisione,<br />

di esclusione e di appartenenza, riconosce la<br />

solitudine e l’isolamento come processo di rigenerazione<br />

di sé nella prospettiva e nella ricerca<br />

di un ritorno più consapevole tra gli altri.<br />

La montagna apre all’esperienza del dentro e<br />

del fuori: possiamo essere dentro, nel fitto del<br />

bosco, e fuori, su prati e pietraie; possiamo<br />

essere dentro, in un valloncello raccolto, e<br />

fuori, su creste e cime; possiamo essere den-<br />

NOTIZIARIO C.A.I. VARALLO

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