Notiziario anno 2009 - CAI Sezione Varallo Sesia
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Il Camminitalia va anche all’estero<br />
cinque giorni nel Toggenburg<br />
Sono trascorsi dieci anni dall’ultimo Camminitalia,<br />
la grande, corale manifestazione che nel<br />
corso del 1999 ha percorso la nostra penisola,<br />
dalla Sardegna a Trieste, organizzata dal Cai e<br />
dall’Ana. Soci Cai, alpini, militari, semplici simpatizzanti<br />
h<strong>anno</strong> percorso i sentieri e le strade<br />
ovunque accolti in modo festoso. Un gruppo di<br />
partecipanti alla manifestazione ha pensato<br />
di mantenere lo spirito di quelle giornate e di<br />
<strong>anno</strong> in <strong>anno</strong> organizza trekking e incontri tra<br />
i veterani di queste “campagne”.<br />
Le occasioni sono numerose tutti gli anni e permettono<br />
di rinverdire le amicizie iniziate nei<br />
due Camminitalia del 1995 e del 1999, nonché<br />
di scambiare le esperienze che nei vari incontri<br />
si susseguono. La partecipazione è stata man<br />
mano aperta ai simpatizzanti per evitare l’eccessiva<br />
chiusura che avrebbe finito per ridurre<br />
l’attività a un’operazione nostalgica.<br />
Alcuni di questi camminatori si trasformano di<br />
volta in volta in promotori dei percorsi nelle loro<br />
zone o di loro conoscenza, in modo da poter<br />
variare le mete che nel tempo h<strong>anno</strong> spaziato<br />
su buona parte del territorio nazionale e oltre.<br />
Chi scrive è stato quasi un casuale partecipante<br />
al Camminitalia e non è assiduo alle rimpatriate.<br />
Solo una volta ho collaborato a un trekking nella<br />
nostra zona con l’amico Gian Piero che invece<br />
è un componente tra i più attivi.<br />
Il Toggenburg è la valle del fiume Thur, affluente<br />
del Reno, appartenente amministrativamente<br />
al Cantone di San Gallo. L’offerta di una vacanza<br />
nella Svizzera più tradizionale e profonda,<br />
proposta dagli amici Regina e Klaus, tedeschi,<br />
che pure avevano preso parte al Camminitalia,<br />
ha allettato me e il mio amico.<br />
Così partiamo in auto con Elsa, cuneese, e Michele,<br />
siciliano di Torino. Varcato il (Canton)<br />
Ticino, ci dirigiamo per il San Bernardino, Coira<br />
verso il Cantone di San Gallo a Unterwasser. Il<br />
percorso in terra elvetica è quasi tutto in autostrada<br />
e quindi veloce e non particolarmente<br />
trafficato.<br />
Alla stazione della funivia di Unterwasser ci si<br />
ritrova tutti: una ventina di partecipanti. Oltre<br />
a noi piemontesi e ai tedeschi organizzatori ci<br />
sono un bel gruppo di veneti, poi lombardi,<br />
toscani, romani, abruzzesi, quasi tutte vecchie<br />
conoscenze. E’ sempre piacevole ritrovare de-<br />
23<br />
testo di Elio Protto<br />
gli amici con cui si è camminato e con cui si è<br />
programmato una bella vacanza.<br />
Una ripida, angusta stradina ci conduce al<br />
Berghaus Sellamatt, a 1390 metri, dove saremo<br />
ospitati, posto al margine di uno stretto altipiano<br />
di verdissimi pascoli, interrotto da radi boschi<br />
di conifere, punteggiato da fienili e case di legno<br />
con balconi e orti fioriti. Alle spalle dell’albergo<br />
svettano le aguzze punte del Churfirsten, i sette<br />
duci di Coira, quasi un’enorme sega dai denti<br />
irregolari. Di fronte, la valle del Toggemburg,<br />
ricca di prati verde smeraldo alternati al verde<br />
più cupo degli abeti. Il paesaggio è curato in<br />
modo perfetto, la montagna in questo angolo è<br />
tuttora abitata, utilizzata in modo tradizionale<br />
ma compatibile con le moderne esigenze. Di<br />
fronte, più in alto, inciso nel chiaro calcare, il<br />
gruppo del Säntis, al confine con l’Appenzell.<br />
Il mattino successivo il tempo è grigio, non piove.<br />
Con tratti di strada e mulattiera si percorre<br />
la Klangweg, la via dei suoni: numerose stazioni<br />
con vari tipi di strutture a percussione, a fiato<br />
o roteanti quali serie di campane e campanacci<br />
di ogni forma e dimensione, flipper tintinnanti,<br />
xilofoni, trombe o tubi in cui soffiare, girandole<br />
rumorose, cavità sonore e per finire la stazione<br />
dedicata al silenzio della montagna, posta<br />
proprio a monte dei laghetti di Schwendisee.<br />
Qualcuno tra noi si è divertito come un bambino<br />
e forse proprio per questi tutto è stato ideato;<br />
ma qualche strumento lo h<strong>anno</strong> provato tutti.<br />
Con largo giro si giunge alla Gamsalp, quindi<br />
lungo la Geologischen Rundweg, in un vallone<br />
carsico, ricco di doline e campi solcati, nella<br />
nebbia, si guadagna il colle di Sattal. Sotto<br />
un po’ di pioggia e una leggera nevicata, che<br />
infarina appena la parte culminante del monte,<br />
raggiungiamo la cima del Chäserrugg, 2262 m,<br />
dove è posto l’arrivo della funivia e un capiente<br />
ristorante. Visto il tempo, rinunciamo a raggiungere<br />
la vicina cima dell’Hinterrugg, di poco più<br />
alta e scendiamo lungo la via più breve e sicura<br />
per Stofeli al nostro rifugio. Complessivamente<br />
abbiamo camminato più di sei ore. La sera<br />
trascorre tra i dubbi dei pronostici sul tempo<br />
di domani, anche se il luminoso tramonto fa<br />
sperare in un miglioramento.<br />
Il giorno successivo il tempo è splendido. La<br />
meta è il Säntis, l’escursione più interessante e<br />
NOTIZIARIO C.A.I. VARALLO