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Notiziario anno 2009 - CAI Sezione Varallo Sesia

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trasportatore permetteva di trasferire la roccia<br />

fino a un secondo frantoio, prima di frantumarla<br />

nuovamente secondo le necessità della<br />

lavorazione, e infine veniva immagazzinata in<br />

un grosso deposito dalla capacità di 130.000<br />

metri cubi. Nel frattempo numerose fabbriche<br />

inviavano fino a Chandoline treni speciali carichi<br />

di cemento. Da qui tramite due teleferiche i cui<br />

cavi avevano più di 7 centimetri di diametro ed<br />

erano capaci di trasportare fino a un massimo<br />

di 500 tonnellate all’ora ciascuna, il cemento<br />

veniva inviato al cantiere di Blava dove veniva<br />

inserito in betoniere in grado di fornire 140 m³<br />

di calcestruzzo all’ora. Quattro grossi bidoni,<br />

appositamente studiati dall’ing. Blondin, erano<br />

attaccati a un’altra teleferica e permettevano<br />

di trasferire il cemento nel punto esatto in cui<br />

era necessario.<br />

In questo modo il cantiere era in grado di posizionare<br />

10.000 m³ di cemento ogni giorno.<br />

Mano a mano che veniva rovesciato il cemento,<br />

vi erano inseriti dei grossi vibratori che con<br />

il loro movimento ne facilitavano l’assestarsi<br />

ed evitavano il formarsi di d<strong>anno</strong>si vuoti che<br />

avrebbero compromesso tutta la struttura della<br />

diga. L’ultimo carico di cemento fu aggiunto il<br />

21 settembre 1961 e quattro anni dopo la diga<br />

fu messa in servizio. Nel corso dei lavori ben 110<br />

persone persero la vita in incidenti sul lavoro.<br />

Un cenno va fatto alla qualità della vita degli<br />

operai oggetto di particolari attenzioni da<br />

parte dei dirigenti dei lavori. Quello che noi<br />

vedremo alla base dell’alto muro e che ora è<br />

stato trasformato nell’albergo “Le Ritz” altro<br />

non era che l’edificio dove erano alloggiati gli<br />

operai. Gravemente danneggiato durante l’inverno<br />

1953-1954 fu prontamente ricostruito in<br />

prefabbricato. Qui gli operai impegnavano il<br />

tempo lasciato libero dal lavoro in molteplici<br />

attività. C’era un cinema settimanale, una sala<br />

da giochi, una biblioteca ed era la sede de “Le<br />

Choucas”, giornale locale e nel contempo organo<br />

ufficiale dei lavoratori che fu pubblicato<br />

tra l’ottobre del 1953 e il dicembre del 1962.<br />

D’inverno erano anche organizzate delle gare<br />

di sci.<br />

Ma “La Grande Dixence” non è solo la diga che<br />

noi vedremo: ci sono anche quattro stazioni di<br />

pompaggio situate ad Arolla e a Ferpècle che<br />

si trovano in due valli laterali a quella in cui ci<br />

troviamo, a Z’Mutt e Stafel che sono vicino a<br />

Zermatt. La più grande è quella di Z’Mutt che<br />

si trova alla base del Cervino. Ci sono inoltre<br />

due centrali, una a Fionney e l’altra a Nendaz.<br />

Collegato alla Grande Dixence c’è anche il com-<br />

29<br />

plesso di Cleuson – Dixence. La diga di Cleuson,<br />

ultimata nel 1950, grazie al muro alto 87 metri<br />

e lungo 420, trattiene 20 milioni di m³ di acqua,<br />

quindi è relativamente piccola, ma è collegata<br />

a quella della Grande Dixence attraverso due<br />

gallerie, una di 15 chilometri e l’altra, che è<br />

una condotta forzata, di 4,3 chilometri. E’ nato<br />

così l’enorme complesso Cleuson – Dixence, la<br />

cui realizzazione ha richiesto sei anni di lavori<br />

tra il 1993 e il 1998 ed è costata 13 milioni di<br />

franchi e che è in grado di fornire la stessa quantità<br />

di energia di una grossa centrale nucleare<br />

quantificato in 2000 megawatt all’<strong>anno</strong> (ossia<br />

2 miliardi di chilowatt) pari al 4% del consumo<br />

energetico della Svizzera e al 20% dell’energia<br />

accumulabile su suolo elvetico.<br />

Per attuare questo progetto è stato necessario<br />

svuotare la Grande Dixence, operazione per la<br />

quale si è lavorato 11 ore al giorno dall’ottobre<br />

all’aprile del 1992, per un totale di 2200 ore.<br />

Alle due primitive centrali se ne sono aggiunte<br />

altre due, una a Chandoline e l’altra a Bieudron.<br />

Quest’ultima centrale è sotterranea e<br />

detiene tre record mondiali in quanto ha la più<br />

alta caduta di acqua, la maggiore potenza di<br />

una turbina Pelton e la maggiore potenza per<br />

ogni polo dei generatori. Nonostante ciò dal<br />

dicembre 2000 è fuori servizio per un guasto.<br />

Infatti, il 12 dicembre 2000 un forte sbalzo di<br />

pressione, del quale non si conosce ancora la<br />

causa, ha procurato la rottura di un tubo posto<br />

a 100 metri sottoterra provocando la fuoriuscita<br />

di 27.000 m³ di acqua che sfogandosi verso l’alto<br />

ha provocato una frana di roccia e fango e una<br />

voragine lunga 70 metri, profonda 7 e larga 8.<br />

Una parte del fango ha raggiunto il fondovalle<br />

e ostruito il corso del Rodano causando l’inondazione<br />

delle terre circostanti. Tre persone<br />

trovarono la morte.<br />

E’ stato il più grave disastro registrato in Svizzera<br />

da quando nel 1835 è stata costruita la<br />

prima delle 190 dighe presenti sul suolo elvetico.<br />

Dopo lunghi anni di lavori, all’inizio del<br />

prossimo <strong>anno</strong> è prevista la rimessa in funzione<br />

della centrale di Bieudron. Per quel disastro tre<br />

persone sono state condannate per omicidio<br />

colposo e inondazione e per i danni procurati<br />

alla viabilità della zona.<br />

Per riparare il d<strong>anno</strong> è prevista la spesa di 365<br />

milioni di franchi. La Eos si è impegnata alla<br />

sistemazione del suolo danneggiato dalla colata<br />

di fango con il ripristino dei campi coltivati e<br />

dei boschi distrutti e alla ricostruzione degli<br />

edifici danneggiati. A questo proposito è da<br />

sottolineare che il Vallese e il canton Grigioni<br />

NOTIZIARIO C.A.I. VARALLO

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