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Notiziario anno 2009 - CAI Sezione Varallo Sesia

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Dopo alcuni canti accompagnati da una fisarmonica,<br />

ci siamo radunati per rientrare e così<br />

anche quest’<strong>anno</strong> in bella compagnia si concludeva<br />

questo 29° incontro.<br />

Festa dell’Alpe – Alpe Larecchio Riva Valdobbia<br />

19 luglio <strong>2009</strong><br />

La decisione di fare questo annuale incontro con<br />

gli alpigiani della Valsesia all’Alpe Larecchio è<br />

stata presa per caso: una domenica, scendendo<br />

dall’Ospizio Sottile, mentre eravamo lì a gustarci<br />

una fresca birra seduti comodamente con i piedi<br />

sotto quei tavoli che il signor Osvaldo Carmellino,<br />

alpigiano e gestore di questo complesso,<br />

ha messo a disposizione dei viandanti, ci siamo<br />

detti: “Visto che sono passati tanti anni dall’ultima<br />

volta che si è fatta la Festa dell’alpe su<br />

questo alpeggio, perché il prossimo <strong>anno</strong> non<br />

la facciamo qui?”.<br />

Quel giorno c’era con noi anche Viviana Visca<br />

la quale, conoscendo molto bene la famiglia<br />

Carmellino, è andata a cercare il signor Osvaldo<br />

per invitarlo ad ascoltare la nostra idea. Tutto<br />

contento, con la moglie Flavia e le figlie Veronica<br />

e Samanta, ha accettato di buon grado la<br />

nostra proposta, rammentandoci che la Festa<br />

dell’alpe a Larecchio era stata fatta nel 1976,<br />

quando a gestire l’alpe c’era suo padre Marino, e<br />

sarebbe stata una bella soddisfazione poter ripetere<br />

l’esperienza. Presi accordi, poi, anche con<br />

don Carlo Elgo per la celebrazione della messa,<br />

era quasi tutto pronto per la manifestazione.<br />

Avvicinandosi il giorno della festa, siamo saliti<br />

all’alpe per definire le ultime cose, e nel passare<br />

a Riva siamo andati in Comune a ritirare i<br />

permessi richiesti per transitare con le macchine<br />

lungo la strada che da Ca’ di Janzo porta alla<br />

Peccia. Abbiamo anche provveduto alla spesa,<br />

impacchettata e trasportata dalla Peccia al<br />

Larecchio tramite funicolare.<br />

93<br />

Il giorno prima della manifestazione ci siamo<br />

trovati e tutti insieme siamo partiti verso la<br />

meta. Dalla Peccia ci siamo incamminati sulla<br />

mulattiera che porta al ponte napoleonico. Qui<br />

la “bella e pianeggiante mulattiera” che supera<br />

i casolari della Montata ha cambiato pendenza,<br />

ma in breve tempo siamo arrivati anche noi a<br />

Larecchio; ovviamente lungo il cammino abbiamo<br />

segnato il percorso con dei cartelli per<br />

fare in modo che tutti potessero raggiungere<br />

facilmente il luogo della festa.<br />

La mattina seguente, “al cantar del gallo”, ci<br />

siamo svegliati e, dopo un commento sul bel<br />

cielo sereno, siamo andati a fare colazione.<br />

Ci siamo messi subito all’opera per sistemare<br />

le cose, mentre la signora Flavia, per darci<br />

una mano, ha messo sul fornello elettrico una<br />

grossa pentola per fare il tè, da distribuire ai<br />

partecipanti.<br />

Con l’arrivo della gente gli addetti alla polenta<br />

h<strong>anno</strong> incominciato ad accendere i fuochi sotto<br />

ai tre pentoloni; poi è arrivato anche don Elgo,<br />

meglio conosciuto come “don Carlin”, che partecipa<br />

sempre molto volentieri a queste iniziative.<br />

Verso mezzogiorno, su un tavolino addobbato<br />

per l’occasione e sistemato davanti alla piccola<br />

cappelletta costruita da Osvaldo Carmellino, il<br />

parroco ha iniziato la funzione e, come il Buon<br />

Pastore; “circondato da una moltitudine di attente<br />

persone ha celebrato la Santa Messa”. Ha<br />

poi ringraziato Dio per la bella giornata che gli<br />

ha permesso di celebrare questa messa, non<br />

contornato dalle solite statue bensì da queste<br />

belle cime che ha fatto il Creato.<br />

Dopo di lui è intervenuta una ragazza che ha<br />

letto la “Preghiera dell’alpinista”, dopodiché<br />

il nuovo presidente della nostra sezione, Carlo<br />

Raiteri, ha voluto dire due parole in elogio a<br />

questa manifestazione che, come ben si sa, è<br />

iniziata 45 anni fa all’alpe Campo di Sabbia; in<br />

particolare, si è soffermato sull’impegno della<br />

famiglia Carmellino e di tutti gli alpigiani che<br />

con i loro armeggi passano la vita su queste<br />

nostre montagne. Prima dei saluti ha voluto<br />

consegnare agli alpigiani di questa valletta,<br />

Osvaldo Carmellino, Leonardo Vaira, Angelo<br />

Pollet e Dino Carmellino, una simbolica lampada.<br />

Questo piccolo riconoscimento vuole dire a<br />

tutti gli alpinisti e alla gente di montagna che<br />

in quell’alpeggio una luce è ancora accesa.<br />

Finita la cerimonia tutti si sono avvicinati al<br />

posto di distribuzione della polenta e del latte.<br />

Ognuno con la sua scodella in mano si è andato<br />

a sedere sul bel prato, da dove si è poi alzato<br />

quando ha sentito il nostro Massimo che con la<br />

NOTIZIARIO C.A.I. VARALLO

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