L'occitanizzazione delle Alpi Liguri e il caso del brigasco: un ...
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FIORENZO TOSO<br />
letti italiani 19 . A prescindere dalla preponderante componente ligure,<br />
la modesta presenza di elementi lessicali «occitani» in <strong>brigasco</strong><br />
non è quindi da considerare probante, e oltrettutto andrebbe<br />
sempre verificata la presenza di tali voci anche in altri dialetti<br />
liguri contermini, onde assicurarsi che tali prestiti siano effettivamente<br />
specifici <strong>del</strong> <strong>brigasco</strong>: da quel che si deduce dalla documentazione<br />
esistente, anche <strong>il</strong> lessico pastorale di Buggio frazione<br />
di Pigna presenta ad esempio, a sua volta, <strong>un</strong>a discreta componente<br />
in com<strong>un</strong>e col provenzale, senza che ciò ne infici <strong>il</strong> carattere<br />
tipicamente ligure e senza che a qualc<strong>un</strong>o sia mai venuto in mente,<br />
in ragione di ciò, di rivendicare <strong>un</strong>a inesistente appartenenza linguistica<br />
«occitana» 20 .<br />
Tutti questi dati – e altri se ne potrebbero aggi<strong>un</strong>gere – dimostrano<br />
in modo chiaro ciò che in merito al dialetto <strong>brigasco</strong> si può<br />
leggere su qualsiasi studio accreditato 21 :<br />
– la fonetica <strong>del</strong> <strong>brigasco</strong> è totalmente ligure e per gli aspetti in cui <strong>il</strong> <strong>brigasco</strong><br />
diverge dagli altri dialetti liguri non si riscontra alc<strong>un</strong> influsso «occitano»,<br />
essendo i tratti fonetici originali <strong>del</strong> <strong>brigasco</strong> frutto di evoluzione autonoma;<br />
– La grammatica (morfologia e sintassi) è totalmente di tipo ligure, anche se<br />
diverge per molti aspetti dalle condizioni attuali dei dialetti costieri (infatti<br />
si parla di ligure alpino), con soluzioni talvolta originali che, se non sono<br />
condivise dal ligure com<strong>un</strong>e, non lo sono neppure dall’«occitano»;<br />
– Il lessico (e la semantica) per quanto possa comprendere <strong>un</strong>a limitata componente<br />
«occitana» (tutta da dimostrare nella sua origine e nella specificità<br />
dei prestiti presenti in <strong>brigasco</strong>) non è affatto probante ai fini di <strong>un</strong>a classificazione;<br />
19 Si rammenti anche l’ovvia constatazione formulata già nel 1928 da G. Bottiglioni<br />
in merito alla relativa frequenza di sardismi nel tabarchino, <strong>un</strong>a varietà minoritaria di origine<br />
ligure parlata in Sardegna: “però, anche riuscendo a mettere insieme parecchie centinaia<br />
di voci accattate dal sardo, non si riuscirebbe per questo a dimostrare che <strong>il</strong> tabarchino<br />
non è più <strong>un</strong> dialetto genovese” (G. BOTTIGLIONI, L’antico genovese e le isole linguistiche<br />
sardo-corse, in “L’Italia Dialettale”, 4, 1928, pp. 1-60; 130-149, a p. 74).