L'occitanizzazione delle Alpi Liguri e il caso del brigasco: un ...
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L’OCCITANIZZAZIONE DELLE ALPI LIGURI 191<br />
– La percezione tradizionale <strong>del</strong> <strong>brigasco</strong>, da parte degli abitanti <strong><strong>del</strong>le</strong> località<br />
in questione e di quelli <strong><strong>del</strong>le</strong> località circostanti, è quella di <strong>un</strong> dialetto<br />
strettamente imparentato con le altre varietà liguri, praticato in <strong>un</strong> contesto<br />
tradizionale di plur<strong>il</strong>inguismo che vede <strong>un</strong>’ampia diffusione di altre varietà<br />
come <strong>il</strong> piemontese, <strong>il</strong> ligure occidentale e ovviamente l’italiano, ma nel<br />
quale non risulta che sia mai stato inserito <strong>il</strong> provenzale e presso <strong>il</strong> quale si<br />
ignora storicamente <strong>il</strong> concetto stesso di «occitano».<br />
Infine, le caratteristiche fondamentali <strong>del</strong> dialetto <strong>brigasco</strong> di<br />
Realdo, Verdeggia, Briga Alta (Piaggia, Upega, Carnino) e Viozene,<br />
sono condivise da <strong>un</strong> insieme di parlate diffuse in tutta l’alta<br />
Val Roia e in Val Bevera in territorio francese (Tenda, Briga con<br />
Morignolo, Saorgio, Fontan, Breglio, Piena Alta, Libri) e a Olivetta<br />
San Michele in Italia: tale insieme viene com<strong>un</strong>emente definito<br />
ligure alpino o ligure roiasco negli studi scientifici. O per essere<br />
più precisi, come chiarisce Jean-Ph<strong>il</strong>ippe Dalbera (concordando<br />
in ciò con Werner Forner) «le royasque fait partie du groupe<br />
dialectal ligurien alpin aux côtés des parlers de la haute vallée<br />
de la Nervia, à savoir les parlers pignasques» 22 . Ma quel che più<br />
conta in questa sede non è tanto la classificazione <strong>del</strong> <strong>brigasco</strong> e<br />
<strong>del</strong>l’olivettese come dialetti liguri, quanto che, alla luce di questa<br />
classificazione e <strong>del</strong>la percezione com<strong>un</strong>e, tali parlate non sono e<br />
non sono mai state considerate «occitane». A questo proposito è<br />
istruttivo osservare anche che in tutte le descrizioni <strong>del</strong>l’area di<br />
dialetto «occitano» in Italia formulate da studiosi accreditati, le<br />
località citate non sono mai state indicate come «occitane», che la<br />
cartografia linguistica sui dialetti «occitani», anche redatta da studiosi<br />
francesi, tende a escludere programmaticamente l’alta Val<br />
Roia francese e l’alta Val Tanaro italiana dai p<strong>un</strong>ti presi in considerazione<br />
e che, anche per quanto riguarda le ricerche di ordine<br />
strettamente lessicale, <strong>il</strong> dialetto <strong>brigasco</strong> (come <strong>del</strong> resto quello<br />
20 Più in generale, diversi provenzalismi lessicali presenti anche in <strong>brigasco</strong> sono diffusi<br />
nell’area ligure occidentale. Per Ventimiglia ad esempio si può proficuamente consultare<br />
lo studio di P. SCARSI, Il dialetto ligure di Ventimiglia e l’area provenzale, Ventimiglia<br />
1993.<br />
21 Rimando a questo proposito alla bibliografia pubblicata in appendice a questo<br />
articolo.<br />
22 J.P. DALBERA, Les Îlots <strong>Liguri</strong>ens de France, cit., p. 125.