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L'occitanizzazione delle Alpi Liguri e il caso del brigasco: un ...

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192<br />

FIORENZO TOSO<br />

olivettese, quello di Tenda e altri <strong>del</strong>la Val Roia) è costantemente<br />

inserito nelle opere di sintesi dedicate all’area italoromanza come<br />

varietà ligure 23 .<br />

Insomma, che <strong>il</strong> dialetto <strong>brigasco</strong> non rientri nel panorama<br />

<strong><strong>del</strong>le</strong> parlate “occitane” è <strong>un</strong> fatto oggettivo:<br />

– alla luce <strong>del</strong>la riflessione scientifica, praticamente da sempre e senza dubbio<br />

alc<strong>un</strong>o da parte di linguisti italiani, francesi e di altra nazionalità;<br />

– alla luce <strong>del</strong> senso tradizionale di appartenenza linguistica <strong><strong>del</strong>le</strong> popolazioni<br />

interessate, visto che non si è mai sentito qualche realdese o upeghese<br />

definirsi spontaneamente «occitano» o «provenzale»;<br />

– alla luce <strong>del</strong>la stessa percezione degli ambienti «occitanisti» meno coinvolti<br />

nella m<strong>il</strong>itanza politico-culturale: per i quali, come per tutto <strong>il</strong> resto <strong>del</strong><br />

mondo, in Italia si parlano dialetti «occitani», essenzialmente nelle valli piemontesi<br />

dall’alta Susa alla Vermenagna, in secolare condizione di plur<strong>il</strong>inguismo<br />

accanto al piemontese, all’italiano e al francese.<br />

In merito a quest’ultimo p<strong>un</strong>to mi pare più che opport<strong>un</strong>o segnalare<br />

<strong>un</strong> intervento di Marziano di Maio, figura storica <strong>del</strong>l’«occitanismo»<br />

in Piemonte 24 , studioso di riconosciuto rigore e<br />

al tempo appassionato e partecipe protagonista di iniziative di serio<br />

recupero <strong>del</strong> patrimonio linguistico e culturale <strong><strong>del</strong>le</strong> valli <strong>del</strong><br />

Piemonte occidentale. Di Maio ha pubblicato sul periodico «Valados<br />

Usitanos» (n. 84, maggio-agosto 2006), pp. 81-83, sotto <strong>il</strong><br />

titolo Quando la grafia si fa allegra… <strong>un</strong>a approfondita recensione<br />

di <strong>un</strong> recente volume a cura di Ivo Alberti sulla toponomastica <strong>del</strong><br />

23 Sotto questi aspetti rimando in particolare ai testi citati nella prima sezione <strong>del</strong>la<br />

bibliografia.<br />

24 Su www.provincia.torino.it/cultura/minoranze, in occasione di <strong>un</strong> premio assegnatogli<br />

per la sua attività, Di Maio viene definito “tra i più competenti ed attenti ricercatori<br />

<strong>del</strong>la realtà occitana <strong>del</strong>l’alta valle <strong>del</strong>la Dora Riparia”, che “ha dedicato <strong>un</strong>a esistenza<br />

alla ricerca linguistica, alla toponomastica, alla cultura materiale ed ambientale<br />

<strong>del</strong> nostro territorio. Tutto ciò abbinando ad <strong>un</strong> indiscusso rigore scientifico <strong>un</strong>a eccezionale<br />

disponib<strong>il</strong>ità e modestia personale, diffic<strong>il</strong>mente riscontrab<strong>il</strong>e in molti altri addetti<br />

ai lavori. Decine di pubblicazioni, anni di collaborazione con la rivista ‘Valados<br />

Usitanos’ e con le principali iniziative culturali occitane in alta valle, ne fanno <strong>un</strong>o degli<br />

artefici nell’impegno profuso per la rinascita <strong>del</strong>l’identità <strong><strong>del</strong>le</strong> nostre valli”.

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