L'occitanizzazione delle Alpi Liguri e il caso del brigasco: un ...
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L’OCCITANIZZAZIONE DELLE ALPI LIGURI 213<br />
piemontese di madrelingua «occitana», presidente <strong>del</strong>l’Associazione<br />
di Linguistica Italiana e direttore <strong>del</strong>l’Atlante Linguistico ed<br />
Etnografico <strong>del</strong> Piemonte Occidentale, Tullio Telmon, che ha più<br />
volte censurato la «creatività» di tal<strong>un</strong>e amministrazioni (cfr. ad<br />
esempio qui sopra in corrispondenza <strong><strong>del</strong>le</strong> note 2 e 3), senza contare<br />
la citata inchiesta commissionata dalla Regione Piemonte ad<br />
ALLASINO e altri, Le lingue <strong>del</strong> Piemonte, dove tra i com<strong>un</strong>i indebitamente<br />
proclamatisi «occitani» figura la stessa Borgo San<br />
Dalmazzo, località per la quale le inchieste condotte personalmente<br />
da Bronzato, o non erano note agli estensori, o non saranno<br />
state ritenute sufficienti (se la sbrighino <strong>un</strong> po’ tra loro) 47 .<br />
Affermare poi che io avrei «copiato» nella mia presentazione di<br />
alc<strong>un</strong>i tratti salienti <strong>del</strong> <strong>brigasco</strong> <strong>un</strong> testo di Forner <strong>del</strong> 1986 è <strong>un</strong><br />
tentativo alquanto maldestro di screditarmi: non solo cito esplicitamente<br />
la fonte, ma premetto anche di ricorrere a questo espediente<br />
non reputandomi specialista strictu sensu <strong>del</strong>l’area ligurealpina.<br />
Più onesto di così…<br />
Ma in ogni <strong>caso</strong>, l’articolo di Bronzato nulla aggi<strong>un</strong>ge come al<br />
solito, dal p<strong>un</strong>to di vista linguistico, che possa confutare la classificazione<br />
scientifica <strong>un</strong>iversalmente accreditata: <strong>il</strong> suo scritto sembra<br />
più che altro destinato a tranqu<strong>il</strong>lizzare i sempre più perplessi<br />
lettori, e a rafforzarne l’alquanto precaria consapevolezza «occitana»<br />
propinando a loro edificazione <strong>il</strong> solito armamentario di trovatori,<br />
catari, furia devastatrice <strong><strong>del</strong>le</strong> crociate, forze esterne che<br />
hanno condizionato <strong>il</strong> destino <strong>del</strong> popolo oppresso ecc. ecc. ecc.,<br />
tutte faccende di grande momento a Tolosa, ma che non si sa bene<br />
cosa c’entrino con Briga e i Brigaschi 48 .<br />
47 Perplessità di questo tipo sono state esternate anche da personalità <strong>del</strong>la politica.<br />
A quanto si legge su www.consultaprovenzale.org nel corso di <strong>un</strong>a ri<strong>un</strong>ione pubblica a<br />
Borgo San Dalmazzo l’on. Bressa CDS) ha affermato“che a Bell<strong>un</strong>o purtroppo la legge<br />
ha prodotto come anche in Piemonte <strong>un</strong> proliferare di adesioni di com<strong>un</strong>i non appartenenti<br />
ad aree culturali di minoranza storica e questo perché la Legge è stata banalmente<br />
considerata come fonte di finanziamenti”.<br />
48 Bronzato inoltre dedica quasi <strong>un</strong>a pagina intera a rifare la storia <strong>del</strong>l’“Occitania”<br />
e a difendere la legittimità <strong>del</strong> glottonimo “occitano”, adducendo interessanti prove<br />
<strong>del</strong>la sua relativa antichità; parla di “ricongi<strong>un</strong>gimento” nel 1861 di Nizza alla Francia(!)<br />
e afferma che nel 1861 <strong>un</strong> deputato lucchese sostenne <strong>il</strong> carattere “occitano” dei dialetti<br />
di Vinadio, Valdieri, Acceglio, Sampeyre, Oncino, Novalesa, Oulx, Cesana, Fenestrelle<br />
e valli di Luserna, tutte parlate <strong>del</strong> cui carattere galloromanzo ness<strong>un</strong>o ha mai dubitato.