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L'occitanizzazione delle Alpi Liguri e il caso del brigasco: un ...

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L’OCCITANIZZAZIONE DELLE ALPI LIGURI 207<br />

anzi divertente e involontariamente contraddittorio che si sia sentito<br />

<strong>il</strong> bisogno di tradurre in italiano persino <strong>il</strong> cosiddetto «inno<br />

nazionale occitano»: e a onor <strong>del</strong> vero, se dall’articolo si deve evincere<br />

«<strong>il</strong> reale significato <strong>del</strong> sentirsi parte di <strong>un</strong>a com<strong>un</strong>ità che, sul<br />

piano linguistico e identitario scopre in sé legami e affinità con la<br />

secolare civ<strong>il</strong>tà degli Occitani», l’<strong>un</strong>ico legame che emerge tra Brigaschi<br />

e «Occitani» pare essere <strong>il</strong> fatto che all’autore <strong>del</strong> testo<br />

piacciono tanto le musiche e i balletti «occitani», totalmente avulsi<br />

dalla realtà locale brigasca. Il fatto poi che nel riconoscersi «occitani»<br />

i brigaschi (ma quanti e quali, e perché?) prendano «in<br />

considerazione la valenza storico-culturale» considerandosi<br />

«estranei ad ogni eventuale altra implicazione» sarà pur vero, ma<br />

pare lecito dubitarne alla luce <strong>del</strong>l’esibizione di simboli «nazionalitari»<br />

d’importazione; e ciò non elimina <strong>il</strong> problema che questa<br />

valenza storico-culturale sia estranea fino a prova contraria alla<br />

realtà locale e forzosamente appiccicata all’intera com<strong>un</strong>ità: potrebbe<br />

essere infatti più che legittima l’affermazione secondo la<br />

quale la «memoria storica […] fa sentire da secoli i Brigaschi<br />

[soprattutto “<strong><strong>del</strong>le</strong> generazioni più anziane”] legati all’area franco-piemontese»,<br />

ma che c’entra tutto ciò con l’«occitano», di cui<br />

fino a pochi anni fa non si era mai sentito parlare in Valle<br />

Argentina?<br />

L’opera di informazione e sensib<strong>il</strong>izzazione in merito alla manipolazione<br />

<strong>del</strong>la realtà linguistica in atto nelle <strong>Alpi</strong> <strong>Liguri</strong> non si è<br />

esaurita con gli episodi citati, ed è destinata a continuare, almeno<br />

nel quadro <strong>del</strong>la discussione scientifica, con interventi p<strong>un</strong>tuali<br />

volti a sostenere fino a prova contraria <strong>il</strong> carattere non «occitano»<br />

dei dialetti <strong>brigasco</strong> e olivettese: in questo quadro si inserisce<br />

anche la mia partecipazione al convegno <strong>del</strong> quale in questo volume<br />

vengono presentati gli atti. Il testo <strong>del</strong> mio intervento (letto in<br />

absentia <strong>del</strong>l’autore, impegnato nella sua sede accademica) pare<br />

abbia suscitato qualche reazione colorita (e, mi si dice, ampiamente<br />

ann<strong>un</strong>ciata…) da parte di qualche esponente <strong>del</strong> movimentismo<br />

«occitano», forse abituato al singolare clima di acquiescenza che<br />

circonda in Piemonte questo tipo di esternazioni: mi risulta a onor<br />

<strong>del</strong> vero che la direzione <strong>del</strong>l’assemblea e <strong>il</strong> pubblico stesso abbia-

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