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L'occitanizzazione delle Alpi Liguri e il caso del brigasco: un ...

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206<br />

FIORENZO TOSO<br />

tano» <strong>del</strong> <strong>brigasco</strong> e <strong>del</strong>l’olivettese, e che non siano dettati per l’app<strong>un</strong>to<br />

da posizioni campan<strong>il</strong>istiche o strumentali come quelle che<br />

traspaiono da ogni riga <strong>del</strong>lo scritto riportato. Tutto ciò, allo stato<br />

attuale (25 agosto 2008 e revisione <strong><strong>del</strong>le</strong> bozze, 5 marzo 2009), non<br />

è stato ancora fatto.<br />

La difficoltà a reperire tali elementi spiega forse perché ai perplessi<br />

lettori <strong>del</strong>la «Vastera» sia stato propinato nello stesso numero<br />

che reca l’editoriale <strong>del</strong> Lanteri <strong>un</strong> farraginoso estratto dal titolo<br />

Ma chi sono sti occitani?, pubblicato a firma N.L. (pp. 11-12),<br />

nel quale l’autore si affanna a riassumere a uso dei lettori brigaschi<br />

(evidentemente poco informati su cosa sia l’«occitano»!) alc<strong>un</strong>e<br />

notizie storiche sull’identità «occitana», senza peraltro chiarire<br />

come e in che modo l’area brigasca ne faccia parte. Nel cappello<br />

introduttivo si legge in particolare che<br />

la com<strong>un</strong>ità brigasca è stata riconosciuta dalla legge 482/99 minoranza linguistica<br />

storica, variante <strong>del</strong>l’occitano. Durante <strong>il</strong> XX Encontrë ën Tera Brigasca<br />

de Viusena <strong>del</strong> 2 settembre u.s. è stata consegnata a «A Vastera» la bandiera<br />

occitana. Successivamente a tale cerimonia è nata <strong>un</strong>a certa polemica sull’attribuzione<br />

<strong>del</strong>la qualifica di «occitano» all’idioma <strong>brigasco</strong> ed è sorta in qualc<strong>un</strong>o<br />

anche qualche altra perplessità, ritenendo forse che <strong>il</strong> definirsi occitani possa<br />

significare l’appartenenza a <strong>un</strong> gruppo <strong>del</strong> quale non sono ben chiari né le caratteristiche<br />

ne gli orientamenti. Riteniamo pertanto opport<strong>un</strong>o fornire al riguardo<br />

alc<strong>un</strong>e informazioni storiche, dalle quali si evince <strong>il</strong> reale significato <strong>del</strong> sentirsi<br />

parte di <strong>un</strong>a com<strong>un</strong>ità che, sul piano linguistico e identitario scopre in sé legami<br />

e affinità con la secolare civ<strong>il</strong>tà degli Occitani. È chiaro pertanto che, per quanto<br />

riguarda i Brigaschi che si riconoscono ne «A Vastera», di questa appartenenza<br />

essi prendono in considerazione la valenza storico-culturale e si considerano<br />

estranei ad ogni eventuale alta implicazione. Il sentimento di appartenenza<br />

all’identità occitana da parte dei Brigaschi, specie <strong><strong>del</strong>le</strong> generazioni più anziane,<br />

deriva da <strong>un</strong>a memoria storica che li fa sentire da secoli legati all’area franco-piemontese:<br />

è <strong>un</strong> sentimento vissuto in modo gratificante, come di appartenenza ad<br />

<strong>un</strong>a più grande famiglia, con la quale hanno intessuto in passato e continuano a<br />

mantenere proficui e simpatici rapporti; sentimento che è lontano da ogni proposito<br />

di contrapposizione, aperto invece a quel sereno spirito di amicizia che<br />

caratterizza l’atmosfera degli annuali incontri in Terra Brigasca.<br />

Purtroppo in tutto <strong>il</strong> testo non c’è poi <strong>un</strong> solo elemento ut<strong>il</strong>e a<br />

comprovare che a Realdo e Verdeggia si parli «occitano», ed è

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