L'occitanizzazione delle Alpi Liguri e il caso del brigasco: un ...
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FIORENZO TOSO<br />
condo lei l’esclusività dei rapporti tra <strong>brigasco</strong> e «occitano») la<br />
Pellerino deve accontentarsi <strong>del</strong>la tesi <strong>del</strong> Maestro Tarabella<br />
secondo la quale «si può ragionevolmente affermare che la cultura<br />
[ma non stavamo parlando di lingua? N.d.r.] brigasca costituisce<br />
<strong>un</strong>a sintesi di quelle ligure, provenzale, nizzarda e piemontese,<br />
ma anche italiana e francese, e che possiede com<strong>un</strong>que elementi<br />
propri, che la caratterizzano fortemente».<br />
Fantastico. E allora, dove starebbero le prove <strong>del</strong>l’esclusiva<br />
appartenenza «occitana» <strong>del</strong> <strong>brigasco</strong> (e <strong>del</strong> povero olivettese),<br />
tali da legittimare l’accesso <strong><strong>del</strong>le</strong> aree coinvolte ai benefici <strong>del</strong>la<br />
L.N. 482/1999? A quanto pare, solo in <strong>un</strong> poetico passo <strong>del</strong> volume<br />
di François Fontan, La nazione occitana, i suoi confini, le sue<br />
regioni (edizioni Ousitanio Vivo, 1982, a p. 20), dove l’inventore<br />
<strong>del</strong>l’etnismo sembra tracciare «la nostra frontiera», essenzialmente<br />
in base alla personalissima preoccupazione, non priva <strong>del</strong>lo spirito<br />
manageriale che informa oggi tanto movimentismo «occitano»,<br />
di assicurare all’«Occitania» i paesaggi più ridenti <strong><strong>del</strong>le</strong> <strong>Alpi</strong><br />
<strong>Liguri</strong>.<br />
L’intervento <strong>del</strong> sindaco di Olivetta suona <strong>un</strong> po’ come <strong>il</strong> tardivo<br />
e accorato appello <strong>del</strong> parente povero (guardate che ci siamo<br />
anche noi!), e suscita quasi tenerezza <strong>il</strong> fatto che per tentare di<br />
dimostrare l’«occitanità» <strong>del</strong> suo com<strong>un</strong>e sia stato costretto a ricorrere<br />
a <strong>un</strong>’«esperta» che se la cava (non troppo bene) disquisendo<br />
alla fin fine sul <strong>brigasco</strong>. E tuttavia la sua è allo stato attuale<br />
l’<strong>un</strong>ica presa di posizione «ufficiale» in merito alla questione,<br />
<strong>del</strong> che mi sono affrettato a rendergli atto nella mia risposta, per <strong>il</strong><br />
resto dedicata al commento <strong><strong>del</strong>le</strong> osservazioni formulate dalla Pellerino<br />
nel suo scritto:<br />
[…] Dal mio p<strong>un</strong>to di vista quest’ultimo non aggi<strong>un</strong>ge purtroppo elementi<br />
di novità, in quanto non confuta la letteratura scientifica, e in particolare la<br />
bibliografia internazionale di riferimento sull’argomento, che ho annesso al mio<br />
intervento (e <strong>del</strong>la quale non sono autore, lo ribadisco a scanso di equivoci): faccio<br />
solo notare che la citazione di Roberto Tarabella è tratta dal sito internet di<br />
<strong>un</strong>’associazione «m<strong>il</strong>itante», e che l’affermazione di «occitanità» da lui sostenuta<br />
per <strong>il</strong> <strong>brigasco</strong> non appare sostenuta da alc<strong>un</strong> elemento probante: sarei<br />
pertanto grato alla dott. Pellerino se volesse indicarmi contributi di Roberto