L'occitanizzazione delle Alpi Liguri e il caso del brigasco: un ...
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204<br />
FIORENZO TOSO<br />
possib<strong>il</strong>e, far rivivere lo storico passato <strong>del</strong>la terra brigasca e di proporlo come<br />
risorsa per <strong>il</strong> futuro <strong><strong>del</strong>le</strong> valli che si incontrano sul monte Saccarello.<br />
Purtroppo queste affermazioni appaiono contraddittorie e in<br />
qualche <strong>caso</strong> fuorvianti: non è affatto vero ad esempio che la L.N.<br />
482 «riconosca» la com<strong>un</strong>ità brigasca come «minoranza linguistica<br />
storica, variante <strong>del</strong>l’occitano», anzitutto perché <strong>un</strong>a «com<strong>un</strong>ità»<br />
non può essere variante di <strong>un</strong>a «lingua» (ma passi pure l’inesattezza<br />
semantica), e soprattutto perché la legge non riconosce<br />
singoli p<strong>un</strong>ti, ma minoranze nel loro insieme; inoltre, non si capisce<br />
cosa ci sia di «curioso» nel fatto che alc<strong>un</strong>i linguisti pongano<br />
in evidenza la palese discrepanza tra la classificazione da sempre<br />
<strong>un</strong>animemente accettata di alc<strong>un</strong>i dialetti e l’affermazione non<br />
comprovata secondo la quale tali dialetti apparterrebbero a <strong>un</strong><br />
tipo linguistico diverso da quello al quale tutta la letteratura scientifica<br />
internazionale accreditata li riconduce: per di più gli studiosi,<br />
che hanno trattato <strong>del</strong>la classificazione <strong>del</strong> <strong>brigasco</strong> identificandolo<br />
come variante ligure-alpina non sono affatto «liguri», ma tedeschi<br />
e francesi; se poi ci si riferisce al sottoscritto non ho particolari<br />
motivi per considerare <strong>il</strong> <strong>brigasco</strong> <strong>un</strong> «freddo oggetto di studio»,<br />
pur avendo svariati buoni motivi per criticare, in quanto linguista,<br />
le manipolazioni identitarie in atto 42 .<br />
Ancora, risulta poco ortodosso confondere <strong>del</strong>iberatamente memorie<br />
storiche, tradizioni orali e miti individuali: se esistono prove<br />
effettive che la «com<strong>un</strong>ità brigasca […] è stata creata da gente gi<strong>un</strong>ta<br />
dalla montagna, con storie, radici e tradizioni franco-piemontesi,<br />
diverse da quelle <strong>del</strong>la gente ligure proveniente dal mare» 43 , si citi<br />
42 Devo anche aggi<strong>un</strong>gere che la miracolosa trasformazione <strong>del</strong> <strong>brigasco</strong> in dialetto<br />
“occitano” è ormai nota come esempio tipico <strong><strong>del</strong>le</strong> contraddizioni <strong>del</strong>la L.N. 482/1999,<br />
al p<strong>un</strong>to da venire ripetutamente citata come esempio negativo: si veda tra gli altri ciò<br />
che scrive V. ORIOLES, Per <strong>un</strong>a ridefinizione <strong>del</strong>l’alterità linguistica. Lo statuto <strong><strong>del</strong>le</strong> eteroglossie<br />
interne, in “Studi Italiani di Linguistica Teorica e Applicata”, 34 (2005), pp.<br />
407-423, a p. 418 e nota. Il <strong>caso</strong> è ricordato anche da L. PLA-LANG nel suo studio cit.<br />
Occitano in Piemonte.<br />
43 Questo argomento è <strong>del</strong> resto poco attinente con la tipologia linguistica <strong>del</strong> <strong>brigasco</strong>,<br />
poiché i dialetti “occitani” hanno <strong>un</strong>’estensione ampia in regioni marittime anche<br />
contigue alla <strong>Liguri</strong>a, come <strong>il</strong> Nizzardo, la Provenza e la Linguadoca, e poiché dialetti<br />
liguri si parlano fino a prova contraria anche in montagna, non certo per importazione<br />
dalla costa: non si tratta solo <strong>del</strong> <strong>brigasco</strong>, ma anche <strong>del</strong> pignasco <strong>del</strong> triorasco e di altre<br />
varietà tutte strettamente imparentate col <strong>brigasco</strong> stesso. E infine, che c’entrano le “tradizioni<br />
franco-piemontesi” con l’invenzione <strong>del</strong>l’“occitano”?