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L'occitanizzazione delle Alpi Liguri e il caso del brigasco: un ...

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182<br />

FIORENZO TOSO<br />

buzione attuale <strong>del</strong>l’occitano, in <strong>un</strong>a prospettiva che dovrebbe essere rigidamente<br />

sincronica. Oggi tutti i com<strong>un</strong>i interessati, sia pure marginalmente, dalla<br />

presenza <strong>del</strong>la minoranza patoisante si sforzano com<strong>un</strong>que d’essere inseriti nel<br />

numero dei paesi di lingua occitana, facendo ricorso anche a pres<strong>un</strong>te fasi arcaiche<br />

<strong>del</strong>la lingua durante le quali territori oggi completamente piemontesizzati<br />

sarebbero stati aree di schietta langue d’oc. Fasi arcaiche di cui, <strong>il</strong> più <strong><strong>del</strong>le</strong> volte,<br />

quasi ness<strong>un</strong>o ha memoria storica e per le quali non esiste mai <strong>un</strong>’attestazione<br />

scritta. […] Il fatto è che oggi l’appartenenza ad <strong>un</strong>a minoranza linguistica, in<br />

specie quella occitana, è considerata <strong>un</strong>a stigma di nob<strong>il</strong>tà, quasi <strong>il</strong> segno di <strong>un</strong>a<br />

superiorità etnica rispetto alla condizione normale di b<strong>il</strong>inguismo dialetto/italiano<br />

nella quale si trova la stragrande maggioranza <strong>del</strong>la popolazione appartenente<br />

alla Repubblica 6 .<br />

Tuttavia la corsa all’autocertificazione «occitana» si spiegherà<br />

essenzialmente, come sostiene Telmon, con la volontà di accedere<br />

ai finanziamenti elargiti dalla legge; e ancora, con l’attivismo di<br />

<strong>un</strong>a m<strong>il</strong>itanza «culturale» che avrà inteso sopperire in tal modo<br />

all’esiguità <strong>del</strong>la base demografica reale <strong>del</strong>la minoranza 7 , forse<br />

per acquisire visib<strong>il</strong>ità e potere di contrattazione politica nei con-<br />

6 N. DUBERTI, Il dialetto di Mondovì nel Settecento, <strong>il</strong> dialetto di Viola oggi. Contrasti<br />

di lingua e cultura fra <strong>Liguri</strong>a, Provenza e Piemonte, in “Bollettino <strong>del</strong>l’Atlante Linguistico<br />

Italiano”, III Serie, 25 (2001), pp. 45-51.<br />

7 Secondo la ricerca citata di E. ALLASINO e altri, infatti, i dialetti provenzali sarebbero<br />

praticati solo dal 39,4% <strong>del</strong>la popolazione <strong>del</strong>l’area effettivamente “occitana” e conosciuti<br />

nel complesso dal 49,4 (<strong>il</strong> piemontese vi sarebbe praticato o conosciuto invece<br />

dal 65,1%): <strong>un</strong> esiguo 1,1% afferma di parlare “solo <strong>il</strong> dialetto” e <strong>il</strong> 34% di praticarlo<br />

prevalentemente; assai significativa è anche la notazione relativa al senso di appartenenza<br />

e all’“identità occitana”, professato in forma esclusiva solo dal 7% degli intervistati.<br />

Appare quindi francamente insostenib<strong>il</strong>e la cifra di 180.000 persone parlanti l’“occitano”<br />

divulgata da alc<strong>un</strong>i ambienti m<strong>il</strong>itanti, e anche quella di 40.000 potrebbe risultare<br />

eccessiva. Un dato interessante si desume da <strong>un</strong>a ricerca compiuta nelle scuole dalla<br />

Consulta Provenzale, riferita all’area effettivamente provenzaleggiante: nelle alte valli i<br />

genitori parlano ai loro figli italiano per <strong>il</strong> 47%, poi italiano e provenzale (19), italiano e<br />

piemontese (15), provenzale (9), piemontese (4), piemontese e provenzale (1%); nelle<br />

basse valli si ut<strong>il</strong>izzano coi figli l’italiano per <strong>il</strong> 54%, poi italiano e piemontese (29), piemontese<br />

(12), italiano, piemontese e provenzale (3). Nelle alte valli i genitori parlano tra<br />

loro italiano per <strong>il</strong> 36%, poi piemontese (19), provenzale (16), italiano e piemontese<br />

(14), italiano e provenzale (9), italiano, piemontese e provenzale (1%); nelle basse valli i<br />

genitori parlano tra loro italiano per <strong>il</strong> 43, poi italiano e piemontese (34), piemontese<br />

(17), italiano, piemontese e provenzale (4%). Si veda in proposito F. ARNÉODO, La place<br />

du provençal et l’influence de la culture provençale, aujourd’hui, sur son aire linguistique<br />

en Provence d’Italie, in Les langues et cultures régionales ou minoritaires de l’Arc alpin.<br />

Actes du colloque international (Gap, 12-13 ju<strong>il</strong>let 2002), a cura di P. BLANCHET e P.<br />

PONS, Aix-en-Provence 2003, pp. 23-32.

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