L'occitanizzazione delle Alpi Liguri e il caso del brigasco: un ...
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FIORENZO TOSO<br />
Tra l’altro Bronzato, sebbene dimostri <strong>un</strong>a discreta conoscenza<br />
di alc<strong>un</strong>i miei interventi (<strong>del</strong>la quale gli sono grato) si rivela<br />
assai meno provveduto per quanto riguarda la letteratura scientifica<br />
di riferimento: anche se ben provvista di studi esaustivi sulla<br />
fonetica dialettale <strong>del</strong> Forez o <strong>del</strong>la Drôme, la sua biblioteca appare<br />
singolarmente priva di studi legati specificamente alla situazione<br />
linguistica <strong>del</strong>la <strong>Alpi</strong> <strong>Liguri</strong>, e per quanto (incredib<strong>il</strong>mente) sostenga<br />
che io non addurrei alle mie argomentazioni la «tanto minacciata<br />
bibliografia relativa», snobba poi sistematicamente i numerosi<br />
studi specialistici ai quali costantemente rimando. Così,<br />
quando afferma che Werner Forner ignora completamente gli studi<br />
di vari linguisti specialisti <strong>del</strong>l’«occitano», riportando in bibliografia<br />
<strong>un</strong> solo contributo (risalente al 1993 e relativo al dialetto di<br />
Mentone!) <strong>del</strong>lo studioso tedesco, sembra ammettere candidamente<br />
di non conoscere ciò di cui discorre, o almeno riconoscere implicitamente<br />
la propria incapacità di ribattere p<strong>un</strong>tualmente agli<br />
argomenti proposti da Forner.<br />
In mancanza d<strong>un</strong>que di <strong>un</strong>a specifica preparazione <strong>il</strong> principale<br />
titolo che accredita Bronzato a intervenire sul <strong>brigasco</strong> sembra<br />
essere quello di pagare annualmente la quota di iscrizione all’Association<br />
Internationale d’Études Occitanes (AIEO): ma guarda <strong>caso</strong><br />
anche Forner (specialista <strong>del</strong>l’«occitano» oltre che <strong>del</strong> ligure e<br />
<strong>un</strong>iversalmente noto per la conoscenza diretta <strong>del</strong>l’area alpina) fa<br />
parte <strong>del</strong>l’<strong>il</strong>lustre sodalizio. Quanto allo studioso nizzardo (<strong>un</strong><br />
«fratello occitano» d<strong>un</strong>que!), Jean-Ph<strong>il</strong>ippe Dalbera, che non è<br />
neppure ritenuto degno di menzione da Bronzato nella sua bibliografia,<br />
non solo appartiene anch’egli all’AIEO, ma <strong>il</strong> sodalizio gli<br />
ha pubblicato nel 1994 lo studio principale (frutto di dieci anni di<br />
ricerche sul campo!) sulla situazione dialettale <strong><strong>del</strong>le</strong> <strong>Alpi</strong><br />
Marittime, dal quale risulta <strong>il</strong> carattere ligure alpino <strong>del</strong> <strong>brigasco</strong>.<br />
Dell’AIEO fanno parte tra gli altri anche Max Pfister, <strong>il</strong> maggiore<br />
romanista vivente, che nel suo Lessico Etimologico Italiano inserisce<br />
ovviamente <strong>il</strong> <strong>brigasco</strong> e l’insieme <strong><strong>del</strong>le</strong> varietà roiasche tra i<br />
dialetti liguri, e <strong>il</strong> P. Giuliano Gasca Queirazza S.J., professore<br />
emerito <strong>del</strong>l’<strong>un</strong>iversità di Torino, tra i maggiori studiosi italiani<br />
<strong>del</strong>l’area «occitana» e <strong>del</strong> piemontese, che ringrazio qui per avere