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Cartesio René des Cartes Magia Naturale

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03/07/2012 - 21.12 <strong><strong>Cartes</strong>io</strong> <strong>René</strong> <strong>des</strong> <strong>Cartes</strong> <strong>Magia</strong> <strong>Naturale</strong><br />

Quando ero più giovane avevo un po' studiato, tra le parti della Filosofia, la Logica e, tra le<br />

Scienze Matematiche, l'Algebra e l'Analisi dei Geometri: tre arti o scienze che mi pareva dovessero<br />

contribuire in qualche modo al mio progetto.<br />

Quando però le esaminai mi avvidi che, quanto alla Logica, i suoi sillogismi e la maggior parte<br />

dei suoi precetti servono più a spiegare, agli altri quanto già si conosce o, addirittura – come l'arte<br />

di Lullo, a parlare senza discernimento delle cose che si ignorano anziché insegnarle.<br />

Per quanto questa scienza contenga realmente molti precetti ottimi e verissimi, tuttavia ve ne sono<br />

mescolati insieme tanti altri dannosi e superflui che separarli sarebbe quasi tanto arduo quanto<br />

trarre una Diana o una Minerva da un blocco di marmo non ancora sbozzato.<br />

Quanto poi all'Analisi degli antichi e all'Algebra dei moderni, oltre a riferirsi esclusivamente a<br />

materie astrattissime e che sembrano inutili, la prima è sempre talmente vincolata alla<br />

considerazione delle figure da non poter esercitare l'intelletto senza affaticare molto<br />

l'immaginazione, e la seconda è talmente assoggettata a certe regole e a certe cifre da divenire<br />

un'arte confusa e oscura, che confonde la mente invece di coltivarla. Per tutto questo stimai<br />

necessario cercare qualche altro Metodo che, comprendendo i vantaggi di queste tre scienze, fosse<br />

esente dai loro difetti.<br />

E poiché il gran numero delle leggi fornisce spesso scuse per i vizi, tanto che uno Stato è assai<br />

meglio ordinato quando, avendone solo pochissime, vi vengono strettamente osservate, così, in<br />

luogo di quel gran numero di precetti che conta la Logica, pensai che mi sarebbero stati sufficienti<br />

questi quattro che sto per enumerare, purché deci<strong>des</strong>si fermamente di non cessare mai, neppure<br />

una sola volta, di osservarli [Discours; 2; 510].<br />

E siamo arrivati ai famosi quattro precetti che Descartes ritiene fondamentali per sviluppare il<br />

suo Metodo: 1 - non si deve mai ammettere per vera alcuna cosa che non sia del tutto evidente<br />

come tale per far ciò occorre bandire il Pregiudizio; 2 - ogni problema che si presenti al nostro<br />

studio va suddiviso in tanti piccoli problemi che si prestano ad essere indagati meglio<br />

separatamente, alla fine di tale processo sarà possibile ricomporre e studiare meglio il problema<br />

complessivo; 3 - per conoscere la natura occorre muoversi in modo induttivo partendo dallo<br />

studio delle cose più semplici e più facili per salire via via ai più complessi; 4 - in tale studio<br />

occorre considerare classi di fenomeni molto ampie in modo da non omettere nulla. Riporto di<br />

seguito i quattro precetti che, occorre dire, Descartes aveva già enunciato nelle sue Regulae ad<br />

directionem ingenii scritto nel 1629 e pubblicato postumo nel 1701, come vedremo nel prossimo<br />

paragrafo.<br />

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