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Cartesio René des Cartes Magia Naturale

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03/07/2012 - 21.12 <strong><strong>Cartes</strong>io</strong> <strong>René</strong> <strong>des</strong> <strong>Cartes</strong> <strong>Magia</strong> <strong>Naturale</strong><br />

aggiungere due considerazioni. La prima, come già ho accennato nel testo, è relativa alla infinita<br />

gelosia che <strong><strong>Cartes</strong>io</strong> aveva nei riguardi di Galileo e la cosa è documentata da una lettera di<br />

<strong><strong>Cartes</strong>io</strong> a Marsenne del 1638 (E.N. Vol. 16, pagg. 124-125), nella quale, ad un anno della<br />

condanna di Galileo, <strong><strong>Cartes</strong>io</strong> dice: che non ha preso nulla<br />

da lui, che non trova nulla nei suoi libri che gli faccia invidia, che non c'è nessuna cosa fatta da<br />

lui che vorrebbe confessare come sua, che le maree sono tirate per i capelli, molte cose che dice<br />

egli l'aveva già detto nel suo Il mondo, anche quella dimostrazione sulla caduta dei gravi ... e la<br />

ripete dicendo delle clamorose sciocchezze e cioè che se in tre tempi un grave percorre un certo<br />

spazio, nel quarto percorre uno spazio uguale al già percorso.<br />

Ma a parte questi pettegolezzi vi sono aspetti molto più importanti da sottolineare. <strong><strong>Cartes</strong>io</strong>, che<br />

resta un grandissimo matematico, nelle spiegazioni della filosofia naturale fa rientrare dalla<br />

finestra ciò che Galileo con estrema fatica aveva cacciato dalla porta: la metafisica. L'universo<br />

diventa una deduzione dalle sue elaborazioni teoriche. E le leggi particolari sono quelle perché<br />

Dio lo vuole. Una sorta di Aristotele aggiornato a duemila anni dopo che, naturalmente, trova<br />

inutile l'esperienza. In proposito Pitoni scrive (pagg. 147-150):<br />

"107. Le conseguenze del sistema cartesiano non potevano essere che quelle stesse del metodo<br />

aristotelico ; per quanto il Descartes si voglia vantare come il « grande liberatore dell'intelligenza<br />

europea » (Buckle), come « colui che vide, per il primo, nell'intero universo, anche nei fenomeni<br />

vitali, soltanto materia e movimento » (Huxley). E valga il vero: nella 35° lettera al Mersenne, il<br />

Descartes sa che l'alcole e l'essenza di trementina sono più rifrangenti dell'acqua, per quanto più<br />

leggieri; ma non per questo volle modificare la sua teoria, secondo la quale la rifrazione cresce<br />

colla densità. Il Mersenne vuol pubblicare la notizia del telescopio a specchio, immaginato dallo<br />

Zucchi ; ma la cosa, secondo il Descartes, non è pratica, dunque non se ne farà di nulla. Una<br />

vescica chiusa si gonfiava quando veniva portata a grande altezza, perché, secondo i seguaci<br />

della scuola sperimentale, l'aria esterna era rarefatta; ma il Descartes aveva abbandonata la<br />

rarefazione, dunque, diceva il P. Mersenne, la spiegazione è falsa. Il Torricelli aveva dato la<br />

spiegazione esatta dei venti; questa par troppo semplice al Descartes, ed allora immagina che<br />

essi siano generati dalla dilatazione, agitazione, rotazione delle particelle di vapor acqueo.<br />

L'Alberti assegna la vera origine delle fonti ? Sono invece le acque del mare che s'infiltrano<br />

sotterra, evaporano fin sotto le cupole dei monti, si condensano e zampillano. Mersenne e Petit<br />

lanciano una palla con un cannone verticale, e non la vedono ricadere ? Il Descartes afferma che<br />

la palla è divenuta più leggiera ed ha fatto « come le cicogne, che volano più facilmente nelle alte<br />

regioni, che nelle basse ». Egli attraversa le Alpi ; ode lo strepito delle valanghe e lo assomiglia al<br />

fragore del tuono ? Il tuono è dunque prodotto dal cadere, rotolare, rimbalzare delle nubi, le une<br />

sulle altre. E si porrebbe continuare la raccolta, a dimostrare quale concetto avesse il Descartes<br />

delle prove di fatto, e come si giurasse in lui mentre prima si giurava in Aristotile. Cosa c'è<br />

dunque di comune fra il Galilei, per il quale il fatto è tutto e la teoria lo segue, sia pure che la<br />

ragione talvolta, cogli elementi sicuri già posseduti, intuisca e prevenga, e il Descartes?<br />

Se il Galilei avesse metodicamente raccolto tutte quelle sue preziose osservazioni, indicazioni,<br />

regole del modo di giungere alla verità, che sono sparse nei suoi molti scritti, pochi parlerebbero<br />

di Francesco Bacone. Se il Galilei avesse costituito un sistema, sia pur fantasioso, <strong>des</strong>tinato a<br />

render ragione di tutto, a spiegare ogni cosa, in modo che gli sfaccendati avessero potuto con<br />

quattro premesse azzardarsi a trinciar sentenze sopra qualunque argomento, Renato Descartes<br />

avrebbe perduto molto della sua importanza. Galileo precede il Locke ed afferma che ogni idea ci<br />

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