03/07/2012 - 21.12 <strong><strong>Cartes</strong>io</strong> <strong>René</strong> <strong>des</strong> <strong>Cartes</strong> <strong>Magia</strong> <strong>Naturale</strong> Altro simbolo dei Rosa- Croce. E' d'interesse notare che qui, alla rosa ed alla croce, sono sovrapposti simboli massonici (il compasso) ed alchemici (il gabbiano che per alimentare i suoi piccoli con il suo sangue si becca il corpo). Pagina 80 di 102
03/07/2012 - 21.12 <strong><strong>Cartes</strong>io</strong> <strong>René</strong> <strong>des</strong> <strong>Cartes</strong> <strong>Magia</strong> <strong>Naturale</strong> rappresentava il sapere, la scienza e la rosa l’amore. La Società dei Rosa- Croce, almeno nel secolo XVII, era costituita (pare) da un piccolo numero di aderenti che condividevano stesse idee di modernità. Erano probabilmente riformatori religiosi e morali, che utilizzavano la comunicazione che ritenevano più evoluta ed addirittura di carattere scientifico per far conoscere le proprie idee. I loro scritti, spesso di carattere alchemico, sono impregnati di esoterismo, di misticismo ed occultismo. Quando i messaggi diventavano ermetici implicavano significati reconditi che sarebbero stati compresi solo dagli iniziati (e questa sembra una contraddizione rispetto al proposito di far conoscere le proprie idee, ma non lo è se lo spirito è quello di ricercare gli eletti). Secondo Pelagio Britannico (circa 360-427), gli uomini non erano pre<strong>des</strong>tinati (come sostenuto da Sant'Agostino), ma potevano, invece, solamente con la propria volontà (liberum arbitrium) e per mezzo di preghiere ed opere buone, evitare il peccato e giungere alla salvezza eterna: non era necessario l'intervento della Grazia divina (una cosa analoga era stata sostenuta anche da Origene all'inizio del III secolo con la conseguente condanna dell'origenismo da parte del vescovo di Alessandria, Teofilo, nel 401). Il pelagianismo inoltre negava la trasmissione del peccato originale, che aveva danneggiato solo Adamo e non tutto il genere umano. Poiché non sussisteva il peccato originale, il battesimo era visto da Pelagio come un momento di accoglimento nella Chiesa: tuttavia, se il bambino moriva senza battesimo, era ugualmente accolto in paradiso. Descartes non deve essere confuso con un misogino e/o bigotto. Egli ebbe una vita movimentata, ebbe varie donne e risultano vari figli lasciati senza essere riconosciuti in giro per l'Europa. Non prese moglie perché, come disse ad una signora che lo interrogava in proposito, preferiva la verità alla bellezza. Una sola figlia, Francine, che ebbe con la sua domestica Elena Jans, fu riconosciuta. Essa nacque nel 1635 e fu battezzata in una chiesa protestante. Gli procurò il più grande dolore della sua vita, quando morì a soli 5 anni. Sotto altri aspetti Descartes, che usava portare il cappello a larghe falde con piuma di struzzo e la spada, non disdegnava i duelli. Più volte fu aggredito da briganti e più volte seppe difendersi con successo. Si è molto discusso sulla credenza religiosa di Descartes. Sembra si possa dire che fosse cattolico che tentava di suggerire alle gerarchie una maggiore apertura filosofica e comprensione verso la scienza. E' importante osservare che tutti i cambiamenti di notazione introdotte fino al cinquecento erano fondamentalmente delle abbreviazioni di parole comuni. In questo periodo le richieste sempre crescenti della scienza stimolavano i matematici a utilizzare una notazione simbolica, ma il miglioramento era progressivo ed in alcuni casi intermittente. Molte variazioni furono effettuate accidentalmente ed è chiaro che gli studiosi di questa epoca non erano in grado di apprezzare quello che il simbolismo poteva significare per l'algebra. Spesso i nuovi simboli introdotti non venivano adottati in modo immediato dai matematici contemporanei (Kline, pag. 303). Cioè l'algebra simbolica non ha soppiantato di colpo quella sincopata. Le prime abbreviazioni utilizzate nel XV secolo sono p (per più), m (per meno) e ae (per uguale). Alcuni autori (Kline, pag. 303; Loria, pag. 468) ritengono che i segni + e – vennero introdotti dai te<strong>des</strong>chi per denotare i pesi in eccesso o in difetto delle cassette e furono poi adottati dai matematici Widman (XV sec.) e Stifel (1486? - 1567); altri, invece, attribuiscono l'invenzione di questi segni a Leonardo da Vinci (1452 - 1519) http://goo.gl/0sEPr http://goo.gl/k5A8x http://goo.gl/B5w8S http://goo.gl/wFGF5 . Il segno = fu introdotto nel 1557 da Recorde (1510 - 1558) che scrisse il Pagina 81 di 102