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Cartesio René des Cartes Magia Naturale

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03/07/2012 - 21.12 <strong><strong>Cartes</strong>io</strong> <strong>René</strong> <strong>des</strong> <strong>Cartes</strong> <strong>Magia</strong> <strong>Naturale</strong><br />

piane ed inclinate l'una rispetto all'altra di un angolo di circa 30 o 40 gradi di modo che, se i<br />

raggi del sole ABC attraversano MN secondo angoli retti o quasi retti, in modo da non subire<br />

alcuna sensibile rifrazione, essi ne devono subire una assai grande nell'uscire attraverso NP<br />

[Météores; 12; 188-189]<br />

Probabilmente, in accordo con quanto ipotizza Shea, anche qui Descartes vuole fare un percorso<br />

completo di dimostrazione del suo Metodo (ottava regola) e quindi dice che si è ricordato del<br />

prisma ... per introdurlo qui come qualcosa di nuovo in un percorso di pensiero che non deve mai<br />

far ricorso ad altri pensieri o risultati. Ed il prisma gli serve proprio per ricreare un fenomeno<br />

analogo a quello che offre la natura al fine di poter studiare la natura attraverso lo studio di<br />

fenomeni anloghi.<br />

L'esperienza di figura mostra uno spettro ottenuto dalla rifrazione della luce solare dopo il<br />

passaggio nel prisma e nella fenditura DE. Lo spettro ha il rosso in F e l'azzurro in H. Da qui<br />

Descartes ricava varie conclusioni che estende automaticamente alle gocce d'acqua. D'interesse<br />

per il seguito de le Météores è il tentativo di capire perché il rosso è in F e l'azzurro in H. Qui<br />

non vi sono esperienze analoghe, non vi sono altri fenomeni da seguire ed interpretare, ogni<br />

spettro ha sempre un rosso da una parte ed un azzurro da parte opposta. Ed allora Descartes<br />

inizia a costruire teorie che però si rifanno a quel suo Traité du Monde o Traité de Lumière che,<br />

come accennato, tratterò nel prossimo paragrafo. Per ora mi serve solo dire che Descartes<br />

considera le particelle d'aria come sferiche e che la pressione si trasferisce, in un universo<br />

totalmente pieno, con azione a contatto da particella a particella per trasmettere anche le azioni<br />

della luce (l'azione o il moto di una certa materia sottilissima, della quale bisogna immaginare le<br />

parti come piccole palline che ruotano nei pori dei corpi terrestri e queste palline possono ruotare<br />

in in diversi modi secondo le diverse cause che determinano tale rotazione; e questo l'ho già<br />

discusso nel paragrafo precedente). Ciò che accade, nella teorizzazione di Descartes, è che le<br />

palline alterano il loro moto rotatorio quando entrano in contatto con i punti D ed E della<br />

fenditura mostrata nella figura precedente. Tale modificazione del moto rotatorio delle palline di<br />

luce è all'origine dei colori che osserviamo. Poiché nella concezione della materia di Descartes le<br />

particelle di una me<strong>des</strong>ima sostanza (in questo caso l'aria) devono avere tutte le me<strong>des</strong>ime<br />

caratteristiche di forma e dimensione, l'unica cosa che è ammessa variare è la loro velocità e<br />

questa è la causa che viene trovata dal nostro autore. Egli fa il ragionamento che illustra con a<br />

figura seguente:<br />

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