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Cartesio René des Cartes Magia Naturale

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03/07/2012 - 21.12 <strong><strong>Cartes</strong>io</strong> <strong>René</strong> <strong>des</strong> <strong>Cartes</strong> <strong>Magia</strong> <strong>Naturale</strong><br />

Non pretendo dire tutto. Ho spiegato come si trovano gli infiniti punti per i quali passa la retta, e<br />

con questo credo di aver detto abbastanza per <strong>des</strong>criverlo.<br />

Ed inoltre lascia in sospeso almeno un problema.<br />

Egli aveva infatti assunto solo valori positivi per la x e la y ma i valori che si ottengono<br />

dall'equazione trovata prevedono valori negativi.<br />

Ciò vuol dire che la curva trovata esiste anche, come diremmo oggi, in quadranti diversi dal<br />

primo.<br />

Descartes suppone però che il luogo si trovi nel primo quadrante accennando appena ad<br />

eventualità differenti.<br />

Il Secondo Libro della Géométrie ha per titolo "Sulla natura delle linee curve".<br />

In esso, oltre alla parte relativa al Problema di Pappo del quale ho già detto, vengono distinte le<br />

curve in geometriche e meccaniche (il corrispettivo di quelle che a partire da Leibniz saranno<br />

chiamate rispettivamente algebriche e trascendenti).<br />

Era stata la risoluzione del caso semplice del Problema di Pappo che aveva indotto Descartes a a<br />

sospendere una soluzione più generale per passare a discutere della natura delle curve.<br />

Infatti egli si era accorto che all'aumentare del numero delle rette, il luogo diventa una curva più<br />

complessa di una conica, cioè da una curva di grado superiore a due.<br />

Dopo aver assolto questa incombenza egli ritornerà sul problema di Pappo nel caso già discusso<br />

delle 5 rette.<br />

Il problema è qui l'ammissione dell'esistenza di curve anche se non è possibile disegnarle con<br />

riga e compasso, curve che nascono non tanto da mezzi meccanici ma dal ragionamento.<br />

Questo argomento viene concluso con l'affermazione che le curve geometriche sono quelle che<br />

possono essere scritte mediante un'unica equazione algebrica di grado finito in x ed y e che<br />

quindi possono essere costruite in modo continuo ottenendo un'infinità di punti (risulta qui<br />

implicitamente il concetto di funzione) ed in tale categoria vengono riconosciute curve come le<br />

coniche, la concoide di Nicomede e la cissoide di Diocle; sono invece curve meccaniche tutte le<br />

altre, come la spirale e la quadratrice di Ippia(11). Descartes si sofferma poi a catalogare le curve<br />

geometriche.<br />

La prima classe, quella più semplice, è formata da curve in x ed y di primo e secondo grado.<br />

Vi è qui l'affermazione, non dimostrata, che le sezioni coniche sono curve di secondo grado.<br />

La seconda classe di curve è quella costituita da equazioni di terzo e quarto grado; la terza classe<br />

è costituita da curve con equazioni di quinto e sesto grado; ... Il raggruppare due gradi per ogni<br />

classe partiva dalla convinzione, sbagliata, che fosse sempre possibile ridurre di un grado una<br />

data equazione (quando sia nota una radice x = a, mediante la divisione per x - a) come accadeva<br />

per quelle di quarto grado riducibili al terzo (queste elaborazioni si trovano discusse nel Terzo<br />

Libro).<br />

Nelle sue elaborazioni, Descartes introduce nuove curve come la parabola cubica (o cartesiana<br />

che è il luogo del Problema di Pappo nel caso particolare delle 5 rette delle quali quattro<br />

parallele ed una perpendicolare come da ultima figura) e gli ovali (di Descartes, molto utili in<br />

ottica dal punto di vista delle forme che devono assumere i corpi trasparenti per essere utili al<br />

miglioramento della vista; tali ovali sono ottenibili con il metodo che utilizzano i giardinieri per<br />

disegnare le aiuole - vedi figura seguente); si indica il procedimento generale per la costruzione<br />

dei più diversi problemi: intersezione di una circonferenza e una retta, di una circonferenza e<br />

una parabola, di una circonferenza e di una curva di grado maggiore e così di seguito; si studiano<br />

infine<br />

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