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Cartesio René des Cartes Magia Naturale

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03/07/2012 - 21.12 <strong><strong>Cartes</strong>io</strong> <strong>René</strong> <strong>des</strong> <strong>Cartes</strong> <strong>Magia</strong> <strong>Naturale</strong><br />

sorgente, che riempie la stanza di luce. È possibile immaginare questo tipo di luce come una<br />

pressione o tendenza a muoversi. Il secondo è come un raggio attraverso il foro di un infisso,<br />

oppure il tipo di raggio che avevano usato i filosofi per spiegare la visione sin dai tempi di<br />

Alkindi. È difficile pensare in termini di pressione per un elemento così direzionato, è molto più<br />

semplice immaginarlo come un lancio di palline da tennis. <strong><strong>Cartes</strong>io</strong> afferma nella sua<br />

comparazione che i modelli non sono inconciliabili e inventa una fisica della tendenza: si<br />

presume che le tendenze (qualsiasi cosa possano essere) si espandono nello spazio secondo<br />

percorsi simili a quelli che seguirebbero le palline da tennis. La discussione è in termini<br />

aristotelici: la tendenza a muoversi è la potenzialità, il moto è la realtà, ma la realtà è contenuta<br />

nella potenzialità e non vi è differenza nelle leggi che governano entrambe. E la nozione di luce<br />

come tendenza che si propaga nello spazio senza alcun moto ricorda la moltiplicazione delle<br />

species di Ruggero Bacone. Se ricordate, secondo Bacone si muovono come l'ombra si muove<br />

dietro all'uomo mentre cammina. Dentro l'armatura di un tale ragionamento c'era poco che<br />

<strong><strong>Cartes</strong>io</strong> non potesse spiegare. Difatti l'analogia della pallina da tennis gli offre subito un felice<br />

appiglio. Colpite la pallina in modo da imprimerle un moto rotatorio.<br />

Nella luce, dichiara, la combinazione di moto lineare e rotatorio determina i colori, un concetto<br />

mai sostenuto da alcuna dimostrazione.<br />

Nello spiegare la luce con tre paragoni che non hanno tra loro niente in comune e lasciano il<br />

lettore all'oscuro, <strong><strong>Cartes</strong>io</strong> fa trapelare la sua educazione giovanile. ... Il mondo medioevale<br />

concepiva l'intero creato come un sistema di analogie intese a insegnare all'umanità come vivere<br />

e conoscere Dio.<br />

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