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Cartesio René des Cartes Magia Naturale

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03/07/2012 - 21.12 <strong><strong>Cartes</strong>io</strong> <strong>René</strong> <strong>des</strong> <strong>Cartes</strong> <strong>Magia</strong> <strong>Naturale</strong><br />

Come si può apprezzare, la semicirconferenza in basso ha raggio maggiorato rispetto a quella in<br />

alto. E la cosa risponde ad un preciso ragionamento, al solito, tutto a priori. Consideriamo un<br />

tempo molto breve, tempo nel quale avviene il fenomeno (e qui sarebbe d'interesse capire<br />

l'istantaneo come si coniuga con un tempo piccolo ma finito anche perché non abbiamo ancora a<br />

disposizione gli infinitesimi e comunque Descartes non ne fa cenno). Dividiamo questo tempo in<br />

due parti uguali. Nella prima parte di tempo la luce si propaga da A a B. Nella seconda parte di<br />

tempo, da B a C. E perché accade questo ? Perché cioè il tragitto BC è maggiore di quello AB ?<br />

Perché c'è l'ammissione a priori che la luce cammini a velocità maggiore nei mezzi più densi (più<br />

veloce nel vetro o acqua che non nell'aria) . E quanto più veloce ? Proprio la quantità necessaria<br />

per fare sì che il segmento AP sia uguale a PQ ! E perché ? Ma perché la componente orizzontale<br />

di tale velocità (vocabolario di oggi), cioè AP e QC , si è conservata (infatti AP = QC). Girando il<br />

discorso per far sì che AP sia uguale a PC è necessario che risulti BC > AB. E quella costante<br />

n1,2 che c'era nella legge di Snell, che cosa vuol dire ora ? Essa misura la maggiore velocità della<br />

luce nei mezzi più densi. La cosa non è da poco perché permette di avere la possibilità di<br />

sottoporre ad esperienza l'intera legge ed i presupposti teorici che erano dietro di essa (un vero e<br />

proprio experimentum crucis, come avrebbe detto Newton). Si tratterà di capire la correttezza<br />

dell'ipotesi di luce più veloce nei mezzi più densi.<br />

In una opera finita di scrivere posteriormente alla Dioptrique, e cioè Il mondo o Trattato sulla<br />

luce (composta tra il 1629 ed una data non precisata ma posteriore al 1637 in quanto si fa qui<br />

riferimento alla Dioptrique che è del 1637, e non pubblicata in vita), <strong><strong>Cartes</strong>io</strong> non aggiunge<br />

praticamente nulla a ciò che aveva scritto nella Dioptrique(18).<br />

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