Cartesio René des Cartes Magia Naturale
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03/07/2012 - 21.12 <strong><strong>Cartes</strong>io</strong> <strong>René</strong> <strong>des</strong> <strong>Cartes</strong> <strong>Magia</strong> <strong>Naturale</strong><br />
perché di esperimenti di oggetti in caduta se ne erano fatti a migliaia e la teoria aristotelica che<br />
sorreggeva questi esperimenti affermava che a maggiore peso maggiore velocità di caduta. Per<br />
2000 anni ! E poi ? Cosa cambia, l'esperimento più raffinato o la teoria ? o tutti e due ?<br />
Naturalmente il discorso si farebbe lunghissimo tanto quanto un trattato di epistemologia.<br />
Prima di mettere fine al suo lavoro, Descartes accenna alla spiegazione di alcune osservazioni<br />
che qualcuno affermava di aver fatto: l'arcobaleno invertito.<br />
Egli sostiene che la spiegazione di tale fenomeno si deve ai raggi del sole che, riflessi dalla<br />
superficie di un lago, si dirigono verso le gocce di pioggia quando i raggi diretti non possono<br />
arrivare a tali gocce a seguito di qualche nuvola interposta.<br />
Non c'è dubbio che il tutto è un successo di Descartes. Restano comunque molte ombre relative a<br />
ciò che dicevo; al fatto cioè che la luce pur trattata meccanicamente resta nel limbo aristotelico<br />
delle qualità per i suoi cambiamenti nel passaggio da un mezzo ad un altro. Ma Descartes è nella<br />
zona di transizione tra tradizione e cambiamento. A fronte di indubbi successi sul piano<br />
esplicativo che di fatto rappresentano un superamento dell'aristotelismo, egli resta ancora<br />
impantanato in molte spiegazioni che fanno riferimento all'autorità dei testi più che alla ragione.<br />
Nella Seconda Parte di questo lavoro mi occuperò della discussione di altre opere di Descartes,<br />
con particolare riferimento al Traité du Monde o Traité de Lumière in cui Descartes ci presenta<br />
le sue concezioni meccaniche.<br />
Anche la medicina ebbe in Harvey il suo Lutero e Copernico.<br />
Naturalmente non si può pretendere un distacco completo dalle concezioni antiche che fanno<br />
capo da un lato ad Aristotele e dall'altro a Galeno (138 - 201). Consideriamo quest'ultimo per<br />
avere un riferimento affidato alla sperimentazione ed alla dissezione di animali ritenuti più<br />
simili all'uomo (scimmie ?). Non intraprese mai (che si sappia) dissezioni umane e quindi la sua<br />
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