Cartesio René des Cartes Magia Naturale
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03/07/2012 - 21.12 <strong><strong>Cartes</strong>io</strong> <strong>René</strong> <strong>des</strong> <strong>Cartes</strong> <strong>Magia</strong> <strong>Naturale</strong><br />
Anche se questa posizione può sembrare ingenua, rappresenta una qualche novità. Infatti fino<br />
ad allora la luce era stata pensata bianca o incolore ed i colori erano caratteristiche dei corpi che<br />
non riguardavano la luce stessa. Si era all'epoca verificata una frattura nell'ambito della filosofia<br />
in senso lato: la luce era stata lasciata da studiare ai filosofi naturali (ai fisici) mentre i colori<br />
erano restati prerogativa dei filosofi in senso stretto. Uno degli ultimi filosofi che riprenderà la<br />
luce in modo estraneo alla fisica sarà Goethe.<br />
Ma non insisto troppo su queste cose perché poco chiare soprattutto in quanto manca ogni<br />
raccordo tra una analogia ed un'altra, cosicché non sappiamo bene, alla fine, come considerare la<br />
teoria della luce di <strong><strong>Cartes</strong>io</strong>. Provo a spiegarmi. La pressione di una pallina sulla successiva (ad<br />
esempio nel tino) è una concezione che potremmo definire a contatto e comunque si tratta di<br />
trasferimenti di energia e non di materia. Il bastone e le palline scagliate (delle quali parlerò tra<br />
un istante) sono azioni materiali. La seconda è addirittura corpuscolare. Tra l'altro come si<br />
raccorda una propagazione istantanea con una pallina di luce scagliata dal Sole ? Park dice le<br />
cose seguenti (pag. 186):<br />
«Si capisce il motivo per cui <strong><strong>Cartes</strong>io</strong> si serve di analogie per spiegare i due modi così diversi che<br />
abbiamo di sperimentare la luce. Il primo è come un'illuminazione, originata da qualche<br />
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