Cartesio René des Cartes Magia Naturale
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03/07/2012 - 21.12 <strong><strong>Cartes</strong>io</strong> <strong>René</strong> <strong>des</strong> <strong>Cartes</strong> <strong>Magia</strong> <strong>Naturale</strong><br />
Passiamo ora alla trattazione che Descartes fa della riflessione, della rifrazione e della<br />
riflessione totale (14) (ma, come osserva Ronchi, non della luce ma delle palle da tennis che, alla<br />
fine del discorso, ritornano luce senza tener conto di quella sciocchezza che è la gravità).<br />
Per la riflessione la cosa era semplice ed era stata trovata e confermata più volte in passato.<br />
Egli ci offre la figura già vista del tennista ed una breve discussione in cui si<br />
afferma che gli angoli di incidenza e di riflessione risultano uguali.<br />
Per la rifrazione abbiamo la solita figura del tennista con la seguente ipotesi: supponiamo che<br />
una palla, spinta da A verso B, incontri nel punto B non più la superficie della terra, ma una tela<br />
CBE, così debole e sottile che la palla abbia la forza di romperla e di attraversarla, perdendo solo<br />
una parte della sua velocità.<br />
Questa analogia prevede che la palla, entrando nella<br />
sostanza che è al di là della tela perda velocità e, a seguito di tale perdita, dice Descartes, la<br />
palla andrà a finire in I e la cosa è manifestamente sbagliata oltre ché contraddittoria come, con<br />
estrema chiarezza, osserverà Fermat in una lettera a Mersenne.<br />
L'argomento di Fermat è il seguente: entrando in una sostanza nella quale la velocità della palla<br />
diminuisce, essa dovrebbe andare a finire in un punto compreso tra D e G; l'andare in I prevede<br />
che la palla, entrando nella tela, aumenti la sua velocità.<br />
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