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universita' degli studi della tuscia facolta' di agraria ... - Unitus DSpace

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produrre 8-10 capolini. Nel carciofo romanesco, è evidente l’eterofillia: le foglie più giovani<br />

sono in<strong>di</strong>vise o presentano appena un inizio <strong>di</strong> lobatura e si ergono verso l’alto avvicinandosi<br />

ai capolini, mentre quelle sottostanti e basali sono tutte bipennatifide. I capolini sono sfericiglobosi,<br />

con depressioni in corrispondenza delle due estremità, e gran<strong>di</strong> (lunghi me<strong>di</strong>amente<br />

10,5 cm e larghi anche 10,5 cm) (Bianco, 1990); le brattee sono <strong>di</strong> colore verde con sfumature<br />

violette, serrate e <strong>di</strong>sposte in modo da lasciare un foro al centro del capolino. Il peso me<strong>di</strong>o<br />

del capolino è <strong>di</strong> 300-450 g.<br />

Figura 13. Capolini <strong>di</strong> cultivar <strong>di</strong>verse: Catanese, Spinoso Sardo, Violetto <strong>di</strong> Toscana e<br />

Romanesco (Bianco et al., 1990).<br />

Esistono tuttavia recenti costituzioni come ad esempio la cv. “Terom”, una varietà <strong>di</strong> tipo<br />

primaverile più precoce del “Violetto <strong>di</strong> Toscana” e caratterizzata da un capolino<br />

notevolmente più grande (Tesi, 1981) che, ottenuta presso l’Università <strong>di</strong> Pisa, e tuttora<br />

coltivata nelle aree tipiche del “Violetto <strong>di</strong> Toscana”; la cv. “Tema 2000”, una varietà <strong>di</strong> tipo<br />

autunnale, isolata da una popolazione <strong>di</strong> semi derivati dalla cv “Terom” (Tesi, 1994); le<br />

nuove cultivar “Grato 1” e “Grato 2” (Figura 14), entrambe <strong>di</strong> tipo “Romanesco” e<br />

selezionate da semi derivati da libera impollinazione <strong>di</strong> piante <strong>della</strong> cv. “Castellamare e<br />

“Campagnano”. “Grato 1”, precoce e produttivo, presenta dei capolini globosi, simili al<br />

“Campagnano” ma con pezzatura maggiore e brattee più carnose e violette (Graifenberg et al.,<br />

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