universita' degli studi della tuscia facolta' di agraria ... - Unitus DSpace
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attualmente coltivati, caratterizzati da notevole eterozigosi e quin<strong>di</strong> elevatissima variabilità<br />
morfologica. Le ricerche sulla costituzione <strong>di</strong> varietà da propagare <strong>di</strong>rettamente per seme,<br />
avviata intorno alla metà <strong>degli</strong> anni 60 in Francia, solo <strong>di</strong> recente hanno fatto raggiungere<br />
progressi significativi ad opera, soprattutto <strong>di</strong> ricercatori israeliani. Padre delle varietà<br />
israeliane è il breeder Yehuda Basnizki, che ha prodotto una gamma <strong>di</strong> tipi in grado <strong>di</strong><br />
accontentare la variegata domanda, soprattutto del mercato italiano (Basnizki et al., 1987).<br />
Da circa 15 anni sono state messe in commercio cultivar moltiplicati per seme: la maggior<br />
parte <strong>di</strong> queste è stata prodotta in Israele e una (“Imperia Star”) negli Stati Uniti; altre cultivar<br />
hanno un’origine sconosciuta, anche se la <strong>di</strong>tta che le <strong>di</strong>stribuisce in Italia le definisce molto<br />
simili a quelle israeliane.<br />
La prima cultivar da seme, costituita in or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> tempo, è stata la “Talpiot”, ad<br />
impollinazione aperta, dai capolini globosi, <strong>di</strong> pezzatura me<strong>di</strong>o-grossa, <strong>di</strong> colore verde, che<br />
matura tar<strong>di</strong>vamente e con produzioni me<strong>di</strong>e <strong>di</strong> circa 7 capolini per pianta. Altre varietà<br />
sviluppate negli anni 80, quali “044”, “Giorgio”, “Agrinos” erano caratterizzate da epoca <strong>di</strong><br />
maturazione primaverile, produzioni elevate e contemporaneità <strong>di</strong> emissione dei capolini,<br />
colorazione verde delle brattee (Mauromicale et al., 1989).<br />
Negli anni ottanta si sono costituiti <strong>di</strong>versi ibri<strong>di</strong> <strong>di</strong> carciofo quali “044”, “l’H137”, “l’H223”,<br />
“Orlando”, “Santa Rosa”, con brattee <strong>di</strong> colore verde, con il capolino allungato e produzioni<br />
molto simili alla “Talpiot”. L’ultima ad essere stata registrata è la cultivar “271”. Si tratta <strong>di</strong><br />
un ibrido F1 dalle <strong>di</strong>mensioni me<strong>di</strong>o-piccole, <strong>di</strong> forma allungata quasi conica e <strong>di</strong> un bel<br />
colore violetto. Questa cultivar è fra le più precoci oggi <strong>di</strong>sponibili.<br />
Il limite sostanziale alla <strong>di</strong>ffusione su larga scala delle varietà da seme, è rappresentato dalla<br />
loro scarsa reattività all’azione precoccizante dell’acido gibberelico (AG3), per cui esse non si<br />
prestano a sostanziale mo<strong>di</strong>fiche del loro calendario <strong>di</strong> produzione (Mauromicale, 1994).<br />
Questo limite era presente anche nei primi ibri<strong>di</strong> F1 (H137 e H223) i quali, però,<br />
presentavano capolini con caratteristiche più idonee alle esigenze dei mercati italiani.<br />
Negli ultimi anni sono stati realizzati i primi ibri<strong>di</strong> F1 molto reattivi all’azione dell’acido<br />
gibberelico (AG3) tra cui “Orlando” può considerarsi il capofila. Questi ibri<strong>di</strong>, seminati in<br />
epoca precoce ed opportunamente trattati con AG3, sono in grado <strong>di</strong> maturare i capolini fin<br />
dal mese <strong>di</strong> novembre, assicurando un calendario <strong>di</strong> produzione simile a quello delle varietà<br />
autunnali (Mauromicale et al., 2000). La tecnica, che è stata messa a punto su “Orlando”,<br />
consiste in una semina <strong>di</strong>retta effettuata in campo o in contenitori alveolati nelle prime tre<br />
settimane <strong>di</strong> luglio, seguita da due o tre trattamenti alla parte epigea <strong>della</strong> pianta con AG3, alla<br />
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