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universita' degli studi della tuscia facolta' di agraria ... - Unitus DSpace

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III. Analisi <strong>della</strong> variabilità genetica in popolazioni <strong>di</strong> Cynara<br />

cardunculus Var. scolymus me<strong>di</strong>ante la caratterizzazione<br />

molecolare <strong>di</strong> ecotipi <strong>di</strong> carciofo romanesco nel Lazio<br />

1. INTRODUZIONE<br />

Lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o <strong>della</strong> <strong>di</strong>versità genetica <strong>di</strong> specie selvatiche e coltivate attraverso marcatori<br />

molecolari, rappresenta un innovativo sistema d’indagine che ha molteplici applicazioni nel<br />

miglioramento genetico. I marcatori molecolari sono stati, infatti, ampiamente utilizzati per la<br />

caratterizzazione genotipica <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse specie vegetali. Attualmente hanno trovato ampia<br />

applicazione nell’accertamento dell’identità varietale, fondamentale soprattutto in specie a<br />

propagazione vegetativa, e per risolvere casi <strong>di</strong> omonimia e sinonimia.<br />

L'importanza <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong>are la <strong>di</strong>stribuzione <strong>della</strong> variazione genetica in specie vegetali è stata<br />

enfatizzata nella Convenzione su Diversità Biologica, firmata a Rio <strong>di</strong> Janeiro nel 1992, che<br />

incoraggiò la conservazione del germoplasma, come una delle migliori strategie per<br />

preservare la variazione genetica esistente nelle varietà locali ed ecotipi locali delle specie<br />

coltivate. Gli ecotipi locali sono popolazioni che contengono <strong>degli</strong> elementi comuni ma anche<br />

<strong>di</strong>versità considerevole che permette il loro adattamento a particolari con<strong>di</strong>zioni microclimatiche.<br />

Gli ecotipi locali hanno sperimentato processi d'evoluzione che, nonostante un<br />

possibile origine comune, generano materiale vegetale geneticamente <strong>di</strong>vergente. La<br />

variabilità che esiste negli ecotipi locali generalmente spiana le fluttuazioni nella produzione<br />

annuale su una vasta serie delle con<strong>di</strong>zioni ambientali, mentre determinando quello che è stato<br />

definito come il valore <strong>di</strong> busta (Swanson., 1994). Inoltre gli ecotipi locali rappresentano<br />

un’importante risorse genetica <strong>di</strong>sponibile, essendo una fonte <strong>di</strong> geni utili nel presente per<br />

miglioramenti genetici futuri.<br />

L’Italia è il maggiore produttore <strong>di</strong> carciofo del mondo, con una superficie <strong>di</strong> circa 49,000<br />

ettari, è la seconda esportatrice. Il carciofo è la terza coltura orticola in Italia dopo il<br />

pomodoro e la patata. Recentemente molte aziende cinearicole italiane hanno sostituito i loro<br />

ecotipi con un solo clone <strong>di</strong> tipo "Romaneso", che è caratterizzato da alta precocità. I<br />

coltivatori avevano trovato vantaggioso questo clone perché permette una precoce entrata sul<br />

mercato <strong>di</strong> carciofo potendo spuntare un prezzo più alto. Questo, però crea un rischio<br />

conseguente <strong>di</strong> erosione <strong>di</strong> variabilità genetica. Infatti, al momento, è piuttosto <strong>di</strong>fficile<br />

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