universita' degli studi della tuscia facolta' di agraria ... - Unitus DSpace
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amplificazione <strong>di</strong>fferiscono in peso tanto da non sovrapporsi l’uno con l’altro nella stessa<br />
linea <strong>di</strong> gel (Mitchell et al., 1997), possibilità <strong>di</strong> combinare primer marcati con fluorescina che<br />
emettono a <strong>di</strong>fferente lunghezza d’onda e codominanza.<br />
Lo sviluppo <strong>di</strong> marcatori STMS richiede però il clonaggio ed il sequenziamento delle<br />
sequenze microsatelliti “bersaglio” pertanto il costo iniziale per la loro messa a punto e<br />
piuttosto elevato.<br />
Inoltre, le sequenze microsatelliti possono avere sequenza variabile a seconda <strong>della</strong> specie.<br />
Ciò rende <strong>di</strong>fficoltoso lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o <strong>di</strong> relazioni filogenetiche anche tra specie nell’ambito dello<br />
stesso genere. L’analisi del polimorfismo SSR è pertanto in<strong>di</strong>cata soprattutto a livello<br />
intraspecifico.<br />
Gli SSR sono stati proposti per lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o nei vegetali nel 1993 (Morgante e Olivieri, 1993). Da<br />
allora hanno trovato applicazioni in moltissimi campi con un notevole impatto nell’ambito del<br />
miglioramento genetico. In particolare sono stati utilizzati per il fingerprinting varietale, la<br />
costruzione <strong>di</strong> mappe genetiche, negli <strong>stu<strong>di</strong></strong> <strong>di</strong> associazione con geni <strong>di</strong> importanza <strong>agraria</strong><br />
(gene tagging, analisi QTL) e in programmi <strong>di</strong> selezione assistita dai marcatori (Markerassisted<br />
slection, MAS).<br />
Grazie alla codominanza e al multiallelismo hanno trovato larghissimo impiego anche in <strong>stu<strong>di</strong></strong><br />
<strong>di</strong> ecologia e genetica delle popolazioni. (Saghai-Maroof et al., 1994; Bowers et al., 1996;<br />
Provan et al., 1999; Li et al., 2000; Turpeinen et al., 2001).<br />
3.3.2.3 ISSR (Inter - Simple Sequence Repeat)<br />
I primi <strong>stu<strong>di</strong></strong> relativi all’utilizzo <strong>della</strong> tecnica ISSR risalgono al 1994 (Gupta et al., 1994; Wu<br />
et al.,1994; Zietkiewicz et al.,1994). Da allora, a seguito <strong>di</strong> una rapida <strong>di</strong>ffusione, la tecnica è<br />
stata applicata in numerose specie vegetali (Godwin et al., 1997).<br />
Principi <strong>della</strong> tecnica: questa tecnica si basa sull’abbondanza delle sequenze microsatelliti<br />
nel genoma <strong>degli</strong> eucarioti (Lagercrantz et al., 1993). I marcatori ISSR permettono <strong>di</strong><br />
amplificare zone comprese tra due sequenze microsatelliti (zone intermicrosatellite), e<br />
prevedono l’utilizzo <strong>di</strong> un solo primer ancorato ad una delle estremità. Per la rilevazione <strong>di</strong><br />
questi marcatori, infatti, si utilizzano primer oligonucleoti<strong>di</strong>ci (16-25 bp) costituiti dalla<br />
ripetizione <strong>di</strong> monomeri molto semplici quali (CA)n, (TC)n, (AGC)n, ecc. Tali primer possono<br />
presentare alcune basi selettive (da una a quattro) all’estremità 5’ o 3’ con la funzione <strong>di</strong><br />
ancorare il primer ad una precisa porzione del microsatelliti complementare (Zietkiewicz et<br />
al.,1994) oppure essere privi <strong>di</strong> tali nucleoti<strong>di</strong>-ancorati (Gupta et al., 1994; Wu et al.,1994).<br />
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