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universita' degli studi della tuscia facolta' di agraria ... - Unitus DSpace

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iduzione del numero <strong>di</strong> capolini per pianta ma una maggior precocità <strong>di</strong> raccolta e un<br />

maggior peso dei capolini. E’ un’operazione che incide fortemente sui costi <strong>di</strong> produzione,<br />

ecco perché si cerca <strong>di</strong> limitarla al massimo, con 2-3 interventi (Bianco, 1990).<br />

La scarducciatura ha lo scopo <strong>di</strong> eliminare le infestanti, <strong>di</strong> rompere la crosta superficiale per<br />

facilitare l’arieggiamento del terreno e limitarne la per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> umi<strong>di</strong>tà per risalita capillare.<br />

Queste operazioni, seguono solitamente la <strong>di</strong>stribuzione dei concimi azotati in copertura, per<br />

facilitarne l’interramento (Bianco, 1990).<br />

La lotta alle erbe infestanti è <strong>di</strong> primaria importanza nella carciofaia per poter ottenere un<br />

prodotto qualitativamente e quantitativamente valido; è stato infatti accertato che la presenza<br />

<strong>di</strong> malerbe in una carciofaia <strong>di</strong> nuovo impianto può ritardare l’emissione del primo capolino,<br />

ridurre le rese a dare un prodotto con peso unitario minore. E’ sempre più <strong>di</strong>ffuso l’utilizzo<br />

<strong>degli</strong> erbici<strong>di</strong> chimici come mezzo valido nel contrastare le erbe infestanti (D’Alessandro e<br />

Agosta, 1984).<br />

La pratica dell’irrigazione è il più importante mezzo agronomico con il quale si ottiene un<br />

anticipo delle produzioni nelle carciofaie ad impianto estivo. La tecnica consiste in<br />

somministrare un volume <strong>di</strong> adacquamento sufficiente a portare lo strato <strong>di</strong> terreno interessato<br />

dalle ra<strong>di</strong>ci alla capacità idrica <strong>di</strong> campo. Per terreni profon<strong>di</strong> e tendenzialmente argillosi il<br />

quantitativo <strong>di</strong> acqua da apportare è <strong>di</strong> circa 800-1000 m 3 ha -1 , mentre in terreni superficiali<br />

questi volumi possono oscillare tra 500 e 600 m 3 ha -1 . La frequenza e il volume delle<br />

irrigazioni devono essere tali da garantire alla coltura un accrescimento continuo. In<br />

particolare, durante l’intero ciclo <strong>della</strong> carciofaia, i consumi idrici sono influenzati dalla<br />

richiesta evapotraspirativa che <strong>di</strong>pende dallo sta<strong>di</strong>o <strong>di</strong> sviluppo <strong>della</strong> coltura. La richiesta<br />

evapotraspirativa, durante il passaggio dal periodo estivo (risveglio con l’irrigazione), a quello<br />

autunnale-invernale ed al periodo primaverile, tende prima ad aumentare e successivamente a<br />

decrescere. Questo andamento è dovuto all’aumento <strong>della</strong> superficie fogliare dal periodo<br />

autunnale fino al periodo tardo primaverile quando, in relazione ai fenomeni <strong>di</strong> senescenza e<br />

progressivo <strong>di</strong>sseccamento <strong>della</strong> pianta, si osserva una graduale riduzione <strong>della</strong> superficie<br />

traspirante (Bianco, 1990).<br />

Il fabbisogno idrico totale <strong>della</strong> coltura si aggira intorno ai 5000-5500 m 3 ha -1 . Nelle zone<br />

dell’Italia meri<strong>di</strong>onale ed insulare il fabbisogno, in termini <strong>di</strong> intervento irriguo dal risveglio<br />

alle prime piogge autunnali, si stima intorno ai 3000-4000 m 3 ha -1 . Questi quantitativi possono<br />

variare in funzione delle piogge utili nel periodo invernale-primaverile, dell’efficienza del<br />

sistema d’irrigazione. Il sistema d’irrigazione maggiormente <strong>di</strong>ffuso è quello per aspersione<br />

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