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universita' degli studi della tuscia facolta' di agraria ... - Unitus DSpace

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asano <strong>di</strong>rettamente sulla rilevazioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenze (=polimorfismi) nella sequenza<br />

nucleoti<strong>di</strong>ca del DNA che costituisce il genoma <strong>di</strong> ogni in<strong>di</strong>viduo (dovute ad inserzioni,<br />

delezioni, traslocazioni, duplicazioni, mutazioni puntiformi, ecc.)<br />

I marcatori molecolari rappresentano, per la ricerca genetica, <strong>degli</strong> strumenti eccezionali,<br />

poiché consentono <strong>di</strong> identificare specifiche sequenze nucleoti<strong>di</strong>che e quin<strong>di</strong> analizzare<br />

polimorfismi <strong>di</strong> particolari geni o regioni cromosomiche. All’interno <strong>di</strong> una specie gli<br />

in<strong>di</strong>vidui si <strong>di</strong>versificano l’uno dall’altro per un numero più o meno elevato <strong>di</strong> caratteri<br />

(loci)che assumono <strong>di</strong>verse forme (alleli) e ciò mette nella con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> poter rilevare i<br />

polimorfismi (mutazioni) nelle regioni <strong>di</strong> DNA omologhe (Loci).<br />

Il termine <strong>di</strong> “fingerprinting” (impronta <strong>di</strong>gitale), oggi comunemente impiegato come<br />

sinonimo <strong>di</strong> identificazione varietale, è stato coniato inizialmente per in<strong>di</strong>care la<br />

caratterizzazione molecolare, data l’elevata informatività e la precisa identificazione che<br />

alcune <strong>di</strong> queste metodologie permettono.<br />

Rispetto ad altri marcatori genetici, i marcatori molecolari presentano numerosi vantaggi, in<br />

quanto:<br />

- Il loro numero è virtualmente illimitato, permettendo <strong>di</strong> ottenere mappe genetiche sature e <strong>di</strong><br />

scandagliare approfon<strong>di</strong>tamente la variabilità genetica nelle popolazioni naturali.<br />

- Non sono influenzati dall’ambiente né, come nel caso <strong>degli</strong> isoenzimi, dal tessuto e dallo<br />

sta<strong>di</strong>o fenologico.<br />

- Molti <strong>di</strong> essi sono in grado <strong>di</strong> rilevare <strong>di</strong>fferenze nelle sequenze nucleoti<strong>di</strong>che <strong>di</strong> regioni non<br />

espresse, meno conservate evolutivamente, del genoma, quin<strong>di</strong> evidenziano un livello <strong>di</strong><br />

polimorfismo più elevato rispetto agli altri marcatori genetici.<br />

- La codominanza <strong>di</strong> alcune categorie <strong>di</strong> marcatori (RFLP, STS) semplifica notevolmente<br />

l’analisi genetica.<br />

- Generalmente non sono associati a caratteristiche agronomiche e qualitative indesiderabili<br />

- La possibilità <strong>di</strong> evidenziare in molti casi, polimorfismo genetico tra i genomi permette<br />

l’analisi genetica anche in una situazione polipoide.<br />

- Possono essere rilevati su tutti i tessuti <strong>della</strong> pianta ed in<strong>di</strong>pendentemente dallo sta<strong>di</strong>o <strong>di</strong><br />

sviluppo, semplificando ed accelerando l’analisi genetica e la selezione assistita (Tanksley,<br />

1983).<br />

Il numero <strong>di</strong> marcatori molecolari oggi a <strong>di</strong>sposizione è molto numeroso ed è sempre in<br />

aumento anche in conseguenza <strong>della</strong> continua nuova messa a punto <strong>di</strong> tecniche <strong>di</strong> analisi del<br />

DNA. Spesso si identificano con sigle <strong>di</strong>verse marcatori molecolari che adottano tecniche<br />

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