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universita' degli studi della tuscia facolta' di agraria ... - Unitus DSpace

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trovare coltivatori che coltivano i loro ecotipi. Inoltre, recentemente, alcuni coltivatori hanno<br />

compreso che il clone è suscettibile al freddo e alle malattie. La coltivazione del carciofo<br />

Romanesco soprattutto in ambiente laziale ha visto negli ultimi anni una grande <strong>di</strong>ffusione del<br />

clone commerciale “C3”, caratterizzato da elevata precocità <strong>di</strong> produzione. La <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong><br />

un singolo clone come detto, rende più vulnerabile la cinaricoltura regionale e nazionale che,<br />

oltre a non poter competere per precocità con le produzioni del Sud d’Italia. Questa situazione<br />

nel Lazio ha portato a una notevole riduzione dei campi coltivati con le altre varietà<br />

commerciali ed ecotipi locali (quali. Castellamare, Grato, Campagnano), con conseguente<br />

erosione genetica. Durante il presente lavoro è stato molto <strong>di</strong>fficile reperire le aziende che<br />

coltivassero ancora ecotipi <strong>di</strong> carciofo Romanesco.<br />

Obiettivo del presente lavoro è stato quello <strong>di</strong> caratterizzare alcuni ecotipi <strong>di</strong> carciofo<br />

Romanesco reperiti in aziende laziali, per una futura salvaguar<strong>di</strong>a <strong>della</strong> bio<strong>di</strong>versità esistente.<br />

2. MATERIALI E METODI<br />

2.1 Collezione e caratterizzazione del materiale<br />

Trenta genotipi <strong>di</strong> carciofo “Romanesco” <strong>di</strong> tre aziende <strong>della</strong> provincia <strong>di</strong> Latina, sono state<br />

collezionate, prelevando porzioni delle foglie più giovani (10 g) e conservandole in azoto<br />

liquido. Le piante campionate sono state identificate con una sigla progressiva da L1 a L90.<br />

2.2 Estrazione del DNA<br />

L’estrazione del DNA per ciascun genotipo, è stata effettuata secondo il protocollo riportato<br />

da Doyle e Doyle (1990) apportando alcune mo<strong>di</strong>fiche.<br />

- <strong>di</strong>rettamente in un tubo eppendorf da 1,5 ml. è stata frantumata in azoto liquido una quantità<br />

<strong>di</strong> tessuto fresco variabile da 0,1 a 0,2 g;<br />

- sono stati aggiunti 800µl <strong>di</strong> tampone <strong>di</strong> lisi CTAB (2% CTAB; 0,1 M Tris HCl 1M pH 8,0;<br />

20mM EDTA 0,5 M pH 8,0; 1,4 M NaCl; 0,2% ß-mercaptoetanolo);<br />

- i campioni sono stati incubati per 120 min. a 60°C;<br />

- successivamente sono stati centrifugati a 12000 rpm per 5 min, il surpernatante è stato<br />

trasferito in un nuovo tubo eppendorf da 1,5 ml, sono stati aggiunti 800µl <strong>di</strong> cloroformio:alcol<br />

isoamilico (24:1 v:v) e centrifugati a 12000rpm per 15 min;<br />

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