universita' degli studi della tuscia facolta' di agraria ... - Unitus DSpace
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(Lewis e Zaykin, 1996). Si è così ottenuta la stima <strong>della</strong> variabilità genetica fra ed entro<br />
popolazioni, il livello <strong>di</strong> eterozigosità attesa e le <strong>di</strong>stanze genetiche (Nei, 1972) fra le<br />
popolazioni da cui poi si sono ottenuti i dendrogrammi (Fig. 1) <strong>di</strong> similarità genetica usando<br />
la metodologia UPGMA.<br />
3. RISULTATI E DISCUSSIONI<br />
Come atteso, i materiali analizzati hanno presentato un elevato grado <strong>di</strong> polimorfismo,<br />
evidenziando la potenziale capacità <strong>degli</strong> AFLP nell’accertamento dei requisiti richiesti alle<br />
cultivar nella costituzione varietale (Tab. 13).<br />
I risultati hanno mostrato la presenza <strong>di</strong> una elevata percentuale <strong>di</strong> variabilità all’interno <strong>di</strong><br />
ogni popolazione, con valori compresi tra 73% e 85% in funzione del marcatore usato (Tab.<br />
13), mentre la variabilità fra piante <strong>di</strong> aziende <strong>di</strong>verse è compresa tra il 27 e il 15% del totale.<br />
Questi dati sono in accordo con quelli riportati da altri autori (Lanteri et al., 2001) utilizzando<br />
i marcatori RAPD. La percentuale <strong>di</strong> loci polimorfici è stata calcolata assumendo che il livello<br />
massimo per definire un locus polimorfico fosse pari al 95% (criterio <strong>di</strong> polimorfismo). In<br />
questo modo sono stati ottenuti valori del 67% per gli AFLP e dell’80% per gli ISSR;<br />
considerando entrambi i marcatori insieme è stato evidenziato un livello <strong>di</strong> polimorfismo pari<br />
al 77%. Valori più bassi sono stati ottenuti utilizzando marcatori <strong>di</strong> tipo <strong>di</strong>verso (Lanteri et al.,<br />
2001, Sonnante et al., 2002). Analizzando le singole aziende si evidenzia un polimorfismo più<br />
alto nell’azienda ‘Latina 2’ e più basso in ‘Latina 1’ con gli AFLP mentre è più alto in ‘Latina<br />
1’ e più basso in ‘Latina 3’ con i marcatori ISSR (Tab. 14). Tali <strong>di</strong>fferenze possono essere da<br />
imputare al fatto che i due tipi <strong>di</strong> marcatore rivelano <strong>di</strong>fferenti regioni genomiche con <strong>di</strong>verse<br />
similarità e/o a <strong>di</strong>fferenze tra i genotipi considerati.<br />
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