universita' degli studi della tuscia facolta' di agraria ... - Unitus DSpace
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Questo approccio è stato descritto ance come MP-PCR (Microsatelliti-Primed PCR) o SPAR<br />
(Singel Primer Amplification Reaction, Gupta et al. 1994) o non anchored ISSR (Bornet et<br />
Branchard, 2001). L’utilizzo <strong>di</strong> un unico primer consente <strong>di</strong> amplificare solamente le zone<br />
comprese tra due sequenze ripetute ed invertite, purché esse siano <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni amplificabili<br />
(vale a <strong>di</strong>re tra le 200 e le 2500 bp <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza) (Zietkiewicz et al.,1994). L’impiego <strong>di</strong> basi<br />
selettive aumenta la specificità del primer riducendo il numero <strong>di</strong> bande amplificabili a quelle<br />
che presentano, a fianco <strong>della</strong> sequenza ripetuta, le basi complementari alle basi selettive.<br />
Ovviamente soltanto i primer ancorati in 5’ è possibile amplificare interamente anche i due<br />
microsatelliti che delimitano il marcatore; nel caso <strong>di</strong> primer ancorati in 3’, infatti il tratto<br />
amplificato comprende solo la regione interna terminale dei due microsatelliti.<br />
I marcatori ISSR sono caratterizzati da una elevata riproducibilità dovuta all’utilizzo <strong>di</strong> primer<br />
<strong>di</strong> lunghezza maggiore rispetto a quelli utilizzati per le amplificazione RAPD, consentendo<br />
quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> utilizzare temperature <strong>di</strong> annealing maggiori (<strong>di</strong>pendenti dal contenuto in basi GC<br />
ma solitamente tra i 50 ed i 60°C) e quin<strong>di</strong> con<strong>di</strong>zioni si maggiore stringenza. Alcuni <strong>stu<strong>di</strong></strong><br />
effettuati sulla riproducibilità hanno <strong>di</strong>mostrato che il 92-95% delle bande totali rilevabili<br />
sono riproducibili e che, eliminando dai conteggiale bande caratterizzate da una minore<br />
intensità, tali percentuali aumentano significativamente (Fang e Rose 1997; Moreno et al.,<br />
1998).<br />
I marcatori ISSR sono in grado <strong>di</strong> evidenziare polimorfismi che si possono manifestare in<br />
seguito ala presenza <strong>di</strong> inserzioni/delezioni all’interno delle zone comprese tra i siti<br />
complementari al primer, questa situazione determina mo<strong>di</strong>ficazioni nella lunghezza del<br />
frammento amplificato; oppure la presenza <strong>di</strong> polimorfismi è rivelata dalla presenza <strong>di</strong><br />
mutazioni a livello delle basi complementari ai nucleoti<strong>di</strong>-ancorati, in questo caso si ha la<br />
per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> un sito <strong>di</strong> innesco per l’amplificazione del frammento. I polimorfismo osservati<br />
possono <strong>di</strong>pendere anche dalla variazione dell’numero <strong>di</strong> ripetizioni presenti nei loci<br />
microsatelliti a causa del fenomeno dello slippage <strong>della</strong> DNA polimerasi; questo fenomeno è<br />
considerato la causa principale dell’elevata variabilità dei marcatori microsatelliti (Levinson e<br />
Gutman 1987). Tali polimorfismi sono evidenziabili solo nel caso <strong>di</strong> utilizzo <strong>di</strong> primer<br />
ancorati in 5’.<br />
La tecnica ISSR può essere applicata su tutte quelle specie che contengono un numero<br />
sufficiente <strong>di</strong> sequenze ripetute a <strong>di</strong>stribuzione casuale lungo il genoma e possiede il<br />
vantaggio che non è necessario conoscere sequenze gnomiche <strong>della</strong> specie in <strong>stu<strong>di</strong></strong>o. Il<br />
potenziale informativo <strong>della</strong> tecnica è quin<strong>di</strong> funzione <strong>della</strong> varietà e frequenza delle zone<br />
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