universita' degli studi della tuscia facolta' di agraria ... - Unitus DSpace
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<strong>di</strong>fferenziazione del capolino principale, quando cioè essa inizia progressivamente a regre<strong>di</strong>re.<br />
I primi germogli formati esercitano, a loro volta, una forte azione competitiva nei confronti <strong>di</strong><br />
quelli che sono in fase <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenziazione, rallentandone i processi <strong>di</strong> accrescimento e <strong>di</strong><br />
sviluppo. L’azione <strong>della</strong> dominanza apicale prima, e <strong>della</strong> competizione tra i germogli<br />
successivamente, determinano anche <strong>di</strong>setaneità dei germogli e, <strong>di</strong> conseguenza, eterogeneità<br />
morfologica e fisiologica del materiale <strong>di</strong> moltiplicazione che si andrà a formare.<br />
La propagazione per seme, utile per il superamento <strong>di</strong> alcune malattie, costituisce<br />
un’interessante possibilità per il futuro <strong>della</strong> coltura del carciofo (Pecaut et al., 1979). Alcuni<br />
aspetti <strong>della</strong> biologia fiorale (Foury, 1967), tra cui la proterandria, rappresentano <strong>degli</strong><br />
ostacoli all’uso del seme, comportando elevata eterogeneità nella <strong>di</strong>scendenza <strong>di</strong> una pianta.<br />
Si stima che il fabbisogno <strong>di</strong> piantine da parte del mercato in Italia è <strong>di</strong> 10 milioni annui.<br />
1.11.1.1 Carducci<br />
Si tratta <strong>di</strong> germogli provenienti da gemme poste sulla parte sotterranea (rizoma) <strong>della</strong> pianta,<br />
sia nella fase <strong>di</strong> ripresa vegetativa che in quella <strong>di</strong> crescita; sono capaci <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>care e <strong>di</strong> dare<br />
piante atte alla propagazione. Alla ripresa vegetativa, ogni pianta emette me<strong>di</strong>amente 8-10<br />
carducci, <strong>di</strong> cui soltanto 5-6 rispondenti alle caratteristiche fenotipiche idonee per la<br />
costituzione <strong>di</strong> nuove carciofaie e quin<strong>di</strong> utilizzabili; i rimanenti germogli vengono eliminati<br />
lasciandone solo uno che andrà a costituire la parte epigea <strong>della</strong> nuova pianta. Per un buon<br />
attecchimento, i carducci devono presentare un buon numero <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>ci, 4-5 foglie, meglio a<br />
margine intero perché sembra che producano capolini più precoci e numerosi (Miccolis,<br />
1996). Si possono staccare dalla pianta madre poco prima del trapianto, oppure si possono<br />
utilizzare quelli posti in precedenza a ra<strong>di</strong>care in vivaio. E’ opportuno scegliere carducci<br />
emersi più tar<strong>di</strong>vamente in quanto derivano da gemme situate sulla parte basale o me<strong>di</strong>ana del<br />
rizoma e quin<strong>di</strong> soggetti ad un più lungo periodo <strong>di</strong> dormienza e in grado <strong>di</strong> originare piante<br />
più precoci e produttive.<br />
Questo metodo <strong>di</strong> propagazione è largamente utilizzato dall’autunno alla primavera e la<br />
percentuale <strong>di</strong> attecchimento varia a seconda del materiale <strong>di</strong> partenza. Con il trapianto<br />
autunnale, la produzione inizia generalmente ad aprile ed il primo anno è molto scarsa<br />
(Bianco et al., 1990). Le piante entrano in produzione soltanto al secondo anno <strong>della</strong> coltura.<br />
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